Il Torino Film Festival svela l’immagine simbolo della 35esima edizione e dedica una rassegna ai gatti più famosi del mondo del cinema.
Simbolo della 35esima edizione del Torino Film Festival è la bellissima strega innamorata Kim Novak. L’azzurro glaciale dei suoi occhi è accompagnato da quello del gatto Cagliostro, occhi che conturbano, affascinano e catturano. L’immagine riassume alla perfezione l’attrazione e il flusso seduttivo che il cinema esercita, un invito a lasciarsi andare, a immergersi in quegli occhi, in quei sogni, in quello schermo. Il fotogramma scelto è stato tratto dal film del 1958 Una strega in paradiso nel quale l’attrice interpretava il ruolo di Gil, una strega che usava le arti magiche per conquistare il suo nuovo vicino di casa.
Diretto da Richard Quine, il film è uno dei titoli proposti nella sezione che il festival ha deciso di dedicare ai gatti e che si salda con la mostra “Bestiale! Animal Film Stars” inaugurata il 14 giugno, ma che proseguirà fino all’8 gennaio al Museo Nazionale del Cinema. Dallo Stregatto di Alice nel paese delle meraviglie si passerà a gatti più agguerriti e vendicativi come quello nero di Edgar Allan Poe o a gatti più tranquilli e rilassati che amano la musica.
La rassegna prevede infatti la proiezione di cinque film, tutti dedicati ai felini: Il gatto milionario (Rhubarb, 1951), commedia demenziale di Arthur Lubin dove Orangey (Gatto in Colazione da Tiffany e vincitore di due PATSY Awards) eredita dall’affezionato padrone una fortuna e una squadra di baseball; Alice nel Paese delle meraviglie (Alice in Wonderland, 1951), il più eccentrico e uno dei migliori classici di Walt Disney, segnato dalla presenza surreale e dispettosa dello Stregatto a strisce rosa e fucsia; L’ombra del gatto (The Shadow of the Cat, 1961) dove una placida soriana si trasforma in spietata vendicatrice dopo aver assistito all’assassinio della sua padrona.
Il film è diretto da John Gilling, piccolo maestro dell’horror britannico; Black Cat (1981), horror di ambientazione britannica nel quale Lucio Fulci prende spunto dall’immortale racconto di Poe e dal suo felino minaccioso per costruire un thriller a sfondo parapsicologico; Chat écoutant la musique (1990), dove Chris Marker riprende Guillaume-en-Égypte, uno dei suoi amatissimi gatti, mentre ascolta assorto Pajaro triste di Federico Mompou.