Ha aperto al Palazzo delle Esposizioni, dal 18 maggio al 28 agosto 2016, la nuova mostra sul fotografo Gianni Berengo Gardin, il maestro della fotografia italiana. La mostra catapulterà lo spettatore in oltre mezzo secolo della storia italiana, dagli anni ’50 ad oggi, la cui  retrospettiva è stata curata da Alessandra Mammì e Alessandra Mauro.

Palazzo delle Esposizioni

Il titolo della mostra è “Vera fotografia“, in riferimento all’abitudine del fotografo di siglare così gli scatti da lui realizzati rigorosamente con macchine analogiche, privando l’immagine del colore, per non distrarre l’osservatore. Conosciuto in Italia e all’estero come il maestro e poeta della fotografia, Gianni Berengo Gardin ha saputo restituire e rinnovare il linguaggio visivo del nostro paese: Venezia, Milano, i manicomi e la legge Basaglia, la Liguria, l’entusiasmante esperienza con Renzo Piano, il grande reportage “dentro le case”, la Biennale d’arte di Venezia, ma anche New York, Vienna, la Gran Bretagna e la straordinaria esperienza con il Touring Club, fino alle fotografie finora rimaste inedite e qui presentate per la prima volta.

Circa 250 le immagini del fotografo di Santa Maria Ligure, alcune delle quali come abbiamo già accennato, saranno inedite che aiuteranno a  ripercorrere i suoi lavori più importanti. In particolare la mostra sarà divisa in sei ampie sezioni intrecciate tra loro in un unico percorso: “Venezia”, “Milano e il lavoro”, “Manicomi, zingari e foto di protesta”, “Italia e ritratti”, “Le donne”, Visioni del mondo”, “Paesaggi e Grandi Navi”, insieme ad una sezione dedicata a tutti i suoi libri pubblicati.

Per chi conoscesse le opere ma non l’artista, sappiate che il maestro Berengo Gardin ha tenuto circa 200 mostre personali in Italia e all’estero, e le sue fotografie fanno parte di diversi collezioni di musei e fondazioni culturali, tra cui la Calcografia Nazionale di Roma, il Museum of Modern Art di New York, la Bibliotheque Nationale, la Maison Européenne de la Photographie e la Collection photo FNAC di Parigi, il Musée de l’Elysée di Losanna.
Nel 1972 la rivista “Modern Photography” lo ha inserito tra i “32 World’s Top Photographers””.

In molti hanno riconosciuto il fine talento di Gardin: nel 1975 Cecil Beaton lo ha citato nel libro “The magic Image: the genius of photography from 1839 to the present day.” E H. Gombrich lo citò come unico fotografo nel libro “The Image and the Eye” (Oxford 1982). Italo Zannier nella “Storia della Fotografia Italiana” (Roma-Bari 1987) lo ha definito “il fotografo più ragguardevole del dopoguerra”, ed è presente tra gli 80 fotografi scelti da Henri Cartier-Bresson nel 2003 per la mostra “Les choix d’Henri Cartier-Bresson”.

Parlando di premi ne ricordiamo alcuni in particolare, come il discorso tenuto al Parlamento Europeo di Bruxelles in occasione di una sua mostra nel 2006. Oppure il “Lucie Award” alla carriera del 2008 (Lucie Awards è l’evento annuale statunitense per onorare i più grandi successi nel campo della fotografia mondiale )o ancora la Laurea Honoris causa in Storia e Critica dell’Arte nel 2009 dall’Università degli Studi di Milano .

Palazzo delle Esposizioni