Alla scoperta di Andrea Sperelli, uno dei personaggi letterari più rappresentativi della corrente decadentista italiana.

andrea sperelli

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Chi è Andrea Sperelli

Andrea Sperelli è il protagonista di una delle opere più significative della letteratura italiana, ossia Il Piacere di Gabriele D’Annunzio. Nobile romano(di origini abruzzesi), si innamora perdutamente di una donna, Elena Muti, conosciuta in una delle feste mondane da lui frequentate. Il suo amore però ha breve durata e Andrea, dopo essersi allontanato definitivamente dalla donna e rimasto ferito in un duello, trova ospitalità presso sua cugina, a Francavilla dove ha occasione di conoscere Maria Ferres, moglie molto ricca di un ministro del Guatemala.

Il giovane nobile perde subito la testa per lei, ma una volta guarito torna a Roma e si rituffa in pieno nella mondanità che da sempre ricerca. Nel frattempo anche Elena, il suo primo amore, torna nella capitale dopo essersi unita in matrimonio per la seconda volta. Andrea dunque si trova ad un bivio, combattuto dalla forte passione che prova per queste due donne: Elena e Maria. Il nobile romano viene anche a sapere delle gravi difficoltà economiche in cui versa il marito di Maria dopo aver sperperato e perso tutto il denaro al gioco ed è dunque costretto a trasferirsi con la sua famiglia.

Maria prima di andarsene da Roma decide di concedersi un’ultima notte con lo Sperelli che però essendo ancora molto innamorato di Elena finisce per rovinare tutto. Al giovane dunque non resta che la solitudine, dopo essere stato abbandonato dai suoi due amori; non gli rimane perciò che osservare amaramente un momento storico epocale: il passaggio di potere dall’antica nobiltà romana alla democrazia popolare.

Andrea Sperelli: l’alter ego

In D’Annunzio possiamo trovare un certo carattere ambiguo riguardo il suo personaggio; non è possibile dire se e quanto il nobile Sperelli rappresenti davvero l’alter ego del poeta. Tuttavia c’è una certa immedesimazione da parte dell’autore nel suo personaggio. Il nobile Andrea è incarnazione di ciò che D’Annunzio vuole o vorrebbe essere. Possiamo inoltre sottolineare come il giovane dandy rappresenti  da un lato una sorta di ritratto del poeta  ma dall’altro lato diventa anche oggetto delle critiche del Vate in quanto lo scrittore denuncia in un certo senso il cinismo e anche la perversione di questo giovane. Nella figura di questo giovane è  dunque sempre presente il dualismo della sua personalità; cinico ed egoista ma nello stesso tempo anche amorevole e sentimentale impersonificando molto bene la figura del giovane esteta e interpretando altrettanto visibilmente quella tendenza decadentista tipica della letteratura del periodo.

Andrea Sperelli e Dorian Gray

La figura di questo giovane nobile e dandy ci ricorda altre due figure similari: il barone Des Esseintes di Huysmans ma ancor più chiaramente la figura del Dorian Gray di Oscar Wilde. Sperelli infatti, come le altre due figure,è un esteta; anche lui, come il Gray seguendo le tradizioni familiari,è sempre alla ricerca del bello, disprezzando la borghesia. Egli tende a costruire in un certo senso la sua vita come un’opera d’arte, rifiutando qualsiasi regola alla base del vivere morale e sociale.

Nello stesso tempo però, essendo il protagonista anche un uomo estremamente sensibile, vive tutto con una certa intima sofferenza dovuta proprio ad una certa degradazione morale, che secondo suo padre, è importante per permettere ad una forte personalità di dominare le proprie debolezze. Andrea mostra dunque la sua duplicità: da un lato rappresenta colui che è e dall’altro colui che deve apparire, sempre in una continua instabilità e precarietà pensando che la vita è solo superficialità e proprio per questo motivo fonda la propria ragione d’esistere sulla doppiezza e sulla menzogna.

Andrea Sperelli e Elena Muti

La doppiezza insita nel carattere di Andrea Sperelli tuttavia si può ravvisare anche nei personaggi femminili del romanzo: Elena e Maria. La visione della donna nella cultura decadentista è un mix di sensualità sottile e un po’ viziosa, e l’immagine di una donna decisamente più delicata e quasi eterea, leggiadra. In Elena possiamo ricercare una sensualità decisamente più vivace, più passionale, incarnazione dei desideri più scandalosi. Tutto ciò è il contrario della rappresentazione di Maria l’altra amata, esponente di una sessualità quasi più spirituale, mistica. Andrea non fa dunque che mescolare continuamente la sua visione delle due donne le quali, inizialmente, rappresentano una  sovrapposizione  sentimentale per poi esserci invece lo scambio di una con l’altra.

Andrea Sperelli: il verso è tutto

Nell’opera dannunziana, il poeta afferma che il verso è tutto. Ma cosa significa questo? Significa che la parola ha un forte potenziale enormemente evocativo perché i versi devono stimolare le persone, devono spingerle a ragionare e a comprendere meglio.Occorre che l’artista si metta in contatto quasi con l’anima delle persone per sentire le tendenze e diventare sempre di più interprete del suo tempo.

Andrea Sperelli: il ritratto di un esteta

Il protagonista de Il Piacere riporta  proprio i tratti  tipici degli esteti:

  • Il grande valore del ceto sociale a cui si appartiene e il disprezzo dei valori democratici
  • L’educazione ricevuta dal padre che influisce sulla sua personalità cercando di rendere la propria vita come un’opera d’arte
  • La sua inclinazione a ricercare di continuo il bello, l’artificio, disprezzando gli altri da lui considerati quasi persone di ceto “inferiore” e mettendo al centro di tutto il piacere disprezzando anche la comune morale.

Perché Andrea Sperelli è un inetto?

L’atteggiamento ambivalente incarnato da Andrea deriva da un’infanzia difficile. La separazione dei genitori, la madre che passa in modo estremamente volubile da una storia all’altra senza alcun rimorso, fanno sì che il comportamento tenuto dal nostro sia poi conseguente. La figura del giovane è a metà tra un superuomo ed un inetto, che non è più padrone di se stesso, ha perso la propria genuinità.

Perché Andrea Sperelli è un esteta?

L’estetismo di Andrea Sperelli mette in luce una forte crisi dell’epoca decadente. Tutto gira attorno all’effimero, all’artificio, al vuoto di una vita povera di veri sentimenti e basata solamente sulla pura ricchezza, sulla bellezza e sulla vacuità di valori reali.07