Mostra Banksy Roma. La Fondazione Terzo Pilastro annuncia ufficialmente che dal 24 maggio 2016 ospiterà a Roma la più grande mostra mai realizzata al mondo su Banksy, il ribelle e provocante artista inglese.
Arriva nella Capitale, la più grande mostra su Banksy. Un incontro pieno di prime volte: mai erano state raccolte cosi tante opere dell’artista in un posto solo, mai il Museo ospitante aveva aperto le porte alla provocante, irriverente street art, e ovviamente mai a Roma i turisti ed i cittadini avevano potuto ammirare le opere di Banksy. Dal titolo “War, Capitalism & Liberty”, la mostra sarà a Roma dal 24 maggio all 4 settembre, presso il Museo Fondazione Roma a Palazzo Cipolla, in via del Corso. Alla direzione, Stefano Antonelli e Francesca Mezzano, fondatori di 999Contemporary e Acoris Andipa, figlia della madre londinese a cui fa riferimento l’artista inglese.
Centocinquanta opere, di cui nessuna “strappata” ai muri, ma tutte provenienti da collezioni private. La mostra sarà divisa in tre aree tematiche: guerra, capitalismo e libertà e prevederà un grande spazio educativo pensato per le visite scolastiche e uno, più piccolo, dedicato agli adulti. Gli scettici avevano sempre bocciato la possibilità di una mostra del genere nel cuore della capitale, ma stando ad altre tipi di voci, invece, pare che il connubio fosse nell’aria: la Fondazione era stata tra i finanziatori del progetto dei murales di Tor Marancia, Big City Life, curato da 999Contemporary.
Ovviamente le speculazioni sulla vera identità dell’artista di Bristol sono aumentate dal momento dell’annuncio della mostra. L’ultimo tentativo, risalente al marzo di quest’anno, arriva dalla Queen Mary University, che identificherebbe l’artista innominato con il nome di Robin Gunningham. Per queste ipotesi i ricercatori dell’università avrebbero utilizzato la tecnica del “geographic profiling”, un approccio investigativo impiegato nel campo della criminologia.
Contrariamente ai tentativi per smascherare la vera identità di Banksy, il focus dell’esibizione capitolina non è quello di indagare in stile poliziesco, ma cercare di far luce sul linguaggio e sul segreto del suo successo, come comunicatore ancor prima che come artista. Chi segue la carriera di Banksy sa che come essere umano è una contraddizione vivente: vive nascosto nell’anonimato, ma tramite le sue opere d’arte è uno dei nomi più conosciuti al mondo.
Bansky crea sia per il grande pubblico, facendo apparire murales in tutto il mondo (vedi l’ultimo in italia a Napoli “ La Madonna con la pistola”) sia per i privati, facendo pagare ai suoi clienti cifre che arrivano fino ad un milione e mezzo di euro. Chissà se il 5 settembre, a mostra ultimata, non troveremo qualche nuova opera d’arte da annoverare alle oltre 25.000 che già affollano il nostro centro storico.