Figure di donne importanti nella storia, che hanno cambiato l’ordine delle cose e conquistato battaglie importanti grazie alla loro personalità.
Ci sono donne che in qualche modo hanno segnato indelebilmente la storia, lasciando la loro incancellabile impronta. Nomi di donne importanti nella storia, perché ne hanno scritto righe, capitoli e pagine. Dalla musica, all’arte, allo sport, alla medicina, le “signore” di cui parlare sarebbero tante, protagoniste indiscusse di pagine di vita storica. Figure femminili fuori dal comune che difficilmente si potranno dimenticare. Noi ne abbiamo scelte alcune, per quello che hanno fatto, ma soprattutto per come lo hanno fatto, per il loro animo e le emozioni che sono state capaci di trasmettere.
Donne importanti nella storia
Diverse cantanti hanno denunciato attraverso la musica fatti importanti in maniera più o meno esplicita, o hanno fatto sentire le ragioni di un popolo. In particolare un’artista che più di tutte e sopra a tante ha “urlato” le condizioni di una popolazione è Miriam Makeba – Mama Africa. Un’icona della lotta per il riconoscimento dei diritti umani, una delle donne importanti a livello mondiale, che ha fatto della sua passione di vita un mezzo per far sentire la voce dei sottomessi e degli ultimi. Una figura, la sua, che ha sacrificato il normale svolgimento dell’esistenza, per essere di supporto ad una pacifica guerra contro l’oppressione di un popolo.
Cantante sudafricana di jazz e di musica tradizionale miscelata alla pop music, nota anche per le sue lotte contro l’apartheid e per essere stata una delegata delle Nazioni Unite, nasce a Johannesburg nel 1932 e inizia a cantare con un gruppo di professionisti negli anni cinquanta. Di lì a breve crea una propria band The Skylark, che riflette perfettamente il suo stile.
Miriam Makeba, però, non è solo una grande cantante: nel 1960 partecipa ad un documentario anti-apartheid “Come Back, Africa” e riceve un invito al Festival del Cinema di Venezia. Nel periodo successivo si trasferisce a Londra, dove incontra Harry Belafonte che la aiuta a stabilirsi negli Stati Uniti, dove riscuote un grande favore da parte del pubblico. Tra tutti i lavori di successo spicca l’album “An Evening with Belafonte/Makeba”, inciso insieme a Belafonte, per cui riceve il premio Grammy per la migliore incisione folk. L’album denuncia in maniera lampante la situazione degli uomini e le donne di colore durante l’apartheid.
Frida Kahlo
L’arte ha sempre necessitato di coraggio e passione per non diventare asettica e mediocre. Potremmo menzionare diverse donne, artisti coraggiose, ma se parliamo di queste qualità unite alla sfrontatezza tutto si concentra in un’unica figura: quella di Frida Kahlo. Una pittrice audace, dallo spirito libero e passionale. Una vita breve, ma ricchissima, una grande abilità nel trasformare il dolore in arte, una capacità di saper contare le emozioni. Nonostante le sofferenze fisiche e morali Frida non ha mai sopravvissuto, ma ha vissuto.
Nata a Coyoacán nel 1907 e considerata una delle più importanti pittrici messicane, viene spesso annoverata tra gli artisti legati al surrealismo, legame in realtà mai confermato. Determinata, tenace e appassionata, con un grande talento artistico riconosciuto sin da bambina, deve confrontarsi con una salute alquanto cagionevole. Un’errata diagnosi medica, che scambia la spina bifida che realmente la affligge con poliomielite, non le permette di essere curata adeguatamente. Nel 1925 mentre torna a casa da scuola, viene coinvolta in un gravissimo incidente: frattura multipla della spina dorsale, di molte vertebre e del bacino; incidente che la costringe all’immobilità per 8 mesi e le costerà ben 32 interventi in tutta la sua esistenza.
È giovanissima Frida, non ha nemmeno 18 anni e durante questi mesi di costrizione a letto i suoi genitori le regalano colori e pennelli per aiutarla a trascorrere le lunghe giornate. Questo gesto segna l’inizio di una grande e importante carriera. La prima opera di Frida è un autoritratto (a cui ne seguiranno molti altri) che dona ad un ragazzo di cui è innamorata. I genitori felici della sua passione, incoraggiano questa attività, facendo piazzare uno specchio sul soffitto in maniera tale che Frida possa ritrarsi: è questo il motivo per cui esistono tanti autoritratti della pittrice.
Dipingo autoritratti perché sono spesso sola, perché sono la persona che conosco meglio
Nel 1928 Frida si iscrive al partito comunista messicano, diventando una convinta attivista. Nello stesso anno conosce Diego Rivera un famoso pittore rivoluzionario. Diego e Frida si sposano un anno dopo: l’importante differenza di età, il fatto che il pittore fosse al suo terzo matrimonio e la sua fama di donnaiolo, non convincono Frida a desistere. Si rivela però un rapporto tormentato e doloroso, fatto di grandissimi momenti di passioni, alternati a quelli di grande disperazione. La stessa Frida ammette:
Ho subito due gravi incidenti nella mia vita… il primo è stato quando un tram mi ha travolto e il secondo è stato Diego Rivera.
Tra le opere più belle di Frida ci sono:
Frida e Diego Rivera: un ritratto della coppia risalente al 1931, dono di nozze per Diego. Nell’opera emerge uno stile ancora “immaturo” della pittrice, influenzato sicuramente dalle tendenze naïf di Diego Rivera.
Le due Frida: in questo dipinto lo stile e le capacità artistiche di Frida si mostrano in tutta la loro interezza. L’opera prende vita in un momento piuttosto triste e complesso della vita della pittrice, causato dalla sua cagionevole salute e dai continui tradimenti di suo marito. In questo dipinto emerge tutto il suo pessimismo, rappresentato dalla presenza della peluria e dalle cupe nubi disegnate alle spalle.
Il cervo ferito: rappresenta un cervo colpito da 9 frecce, il cui volto però è stato sostituito da quello di Frida. È la trasposizione del dolore fisico, in quanto Frida si reca a New York quell’anno per subire l’ennesimo intervento,ma i dolori non cessano e con essi torna la depressione.
Donne importanti nella storia del mondo
Tante pagine della storia della medicina sono scritte al femminile: basti pensare ad un nome come quello di Rita Levi di Montalcini. Donne importanti nella storia che spesso hanno fatto della loro curiosità scientifica uno strumento di benessere per l’umanità. Contrariamente a quanto si possa pensare il “matrimonio” sentimento e scienza si ritrova spesso e icona di questo connubio è Florence Nightingale, conosciuta anche come “La signora della lampada”.
Una donna che non ha vinto alcun Nobel, ma che può essere considerata la fondatrice dell’assistenza infermieristica moderna con la riorganizzazione, in primis, degli ospedali da campo. Quello che più colpisce è il cuore che Florence ci mette nella sua vocazione e il suo modo “sfacciato” e anti-convenzionale di imporre le sue idee a chi ha tentato di fermare le sue aspirazioni.
Osservando le malattie, sia nelle abitazioni private sia negli ospedali pubblici, ciò che colpisce con maggior forza è il fatto che i sintomi dolorosi che di solito si considerano inevitabili e propri di quel male, molto spesso non ne sono affatto i sintomi ma sono dovuti ad altro: alla mancanza di aria fresca, o di luce, o di tepore, o di tranquillità, o di pulizia, o di regolarità e attenzione nella dieta alimentare
Le sue innate doti nel campo della matematica e della statistica le permettono di essere la prima donna ad entrare a fare parte della Reale Società di Statistica. Nel 1907, a Florence Nightingale viene conferito l’Ordine al Merito, ancora una volta la prima fra le donne. Muore nel 1910 e ancora oggi risuonano le sue parole verità:
Ogni donna, o quasi ogni donna, nel corso della propria vita, prima o poi deve farsi carico della salute di qualcuno. Ogni donna è un’infermiera
Donne importanti nella storia italiana
Bisogna ammettere che ancora ad oggi lo sport femminile, pur essendo molto considerato, rimane ancora un gradino sotto rispetto a quello maschile. Eppure di donne importanti nella storia dello sport ce ne sono diverse. Sara Simeoni è un esempio di sportiva definita “l’ultima interprete di uno sport romantico”. Una “spilungona silenziosa” di cui non si possono dimenticare i saltelli e le lacrime di gioia di fronte alle sue grandi vittorie. Una atleta inconsueta che ha scritto un’importante pagina sportiva. Dice Sara a proposito del suo record mondiale stabilito in un pomeriggio d’Agosto del 1978 allo stadio di Brescia:
davanti a molti spettatori, ma senza giornalisti, perché erano tutti a Venezia per l’atletica maschile; nessuno si interessava alle donne, ma da quel giorno cambiò tutto
Si deve anche e soprattutto questo proprio a lei: aver dato una importante svolta allo sport. Finalmente da quel giorno l’interesse giornalistico e dell’opinione pubblica inizia ad essere rivolto anche allo sport femminile.
Elvira Notari
Il cinema italiano ha sempre avuto un ruolo preponderante nella storia cinematografica internazionale. Proprio per questo si potrebbe fare una lista lunghissima di donne di valore in questo settore, come Elvira Notari la prima regista italiana. Un cinema realistico il suo: nelle storie da lei descritte si ritrovano sensualità, desiderio, amore e il sogno di una vita diversa, che si confrontano con la grande povertà. Le protagoniste spesso sono donne che vivono amori e tradimenti, destinate poi a morire in un processo di redenzione finale.
Le sue produzioni sono caratterizzate da un crudo realismo: la trasposizione di riprese dal vero, inserite nelle pellicole che mostrano i segni indelebili lasciati dalla povertà e dalla fame. Deve però fare i conti con la censura: quella legale cerca di cancellare dai film il realismo che li contraddistingue, mentre la censura fascista bandisce la pazzia, il suicidio e il dialetto. Ma Elvira non si lascia intimorire. La Dora Film raggiunge anche gli Stati Uniti, dove viene creata la Dora Film of America. I suoi film, poco amati dalla critica e della cultura ufficiale, hanno un enorme successo commerciale nelle città del Sud Italia e nella comunità italo-americana.
Donne italiane importanti nella storia
Donne importanti nella storia della letteratura ce ne sono tante e forse non basterebbe un libro per contenere i loro nomi: noi vi parleremo di una poetessa, scrittrice tormentata, che ha dato vita ad un’opera bohémien, sfacciata e carica di passione: Alda Merini. La sua vita è stata unica e inimitabile: l’intensità delle sue emozioni, la profondità delle sue opere affascina ancora oggi tantissimi lettori. La poetessa dei reietti, degli esclusi, degli emarginati, che riesce con una scrittura schietta e assoluta a far emergere le problematiche estreme del disagio sociale. Le parole della scrittrice sono sempre meticolose e sono capaci di contenere una purezza e una delicatezza fuori dal tempo.
Aprite i libri con religione; non guardateli superficialmente, perché in essi è racchiuso il coraggio dei nostri padri; soprattutto amate i poeti: essi hanno vangato per voi la terra per tanti anni, non per costruire tombe o simulacri, ma altari. Pensate che potete camminare su di noi come dei grandi tappeti e volare con noi oltre la triste realtà quotidiana.
La sua vita ha conosciuto diversi periodi bui a causa del disturbo bipolare da cui è affetta, che la costringe a diversi ricoveri, ed è proprio in uno di questi forzati periodi di fermo che compone la sua opera più grande La Terra Santa. Tra le opere più belle anche quella in prosa L’altra verità. Diario di una diversa. Famosa la sua poesia creata in riferimento alla sua data di nascita “Sono nata il ventuno a primavera”.
Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera
Alla fine degli anni Novanta, la poetessa produce centinaia di “minitesti”, aforismi di vario tipo che mirano alla brevità per trasmettere un suo pensiero e una sensazione. Nel 2004 la scrittrice viene nuovamente ricoverata a causa dei suoi problemi di salute: in questa occasione conosce la solidarietà di tantissime persone. Sui Navigli dal 2010 c’è una targa a lei dedicata:
Ad Alda Merini, nell’intimità dei misteri del mondo