Concerto di Bruce Springsteen a Milano: il Dio del Rock, Bruce Springsteen, torna allo stadio di San Siro sconvolgendo in un delirio di note e di coreografie la sua platea da 60.000 anime.
Uno spettacolo che non si replicherà , ma piuttosto verrà reinventato il 5 sempre a San Siro, e il 16 luglio al Circo Massimo durante il ‘Rock in Roma‘.
Lo Spettacolo
Che questa sarebbe stata una serata indimenticabile si poteva prevedere, ma la portata dell’evento è stata addirittura superiore alle aspettative. San Siro era stato prenotato fino a mezzanotte e mezza per il “The River tour 2016” della durata di quasi quattro ore, entrato nella storia grazie alla scaletta formata da ben 36 tracce. I fan più più accaniti, venuti addirittura dall’estero, passeggiavano per le vie di Milano già da un paio di giorni. Un amore, quello tra Bruce e il suo pubblico che va avanti ormai da decenni, talmente inossidabile che né il caldo, né le file d’attesa o le metropolitane ingolfate avrebbero potuto indebolire. La Milano bene cala la maschera e si scopre pura anima rock, deliziata dalla fuitina di Springsteen che improvvisa un’esecuzione di Growin’up pompando la fibrillazione alle stelle in attesa dello show ufficiale.
Il concerto
Il Boss e la sua The E Street band sono apparsi sul palco alle 20.16 accolti da un boato che ha fermato il tempo e migliaia di cartoncini li hanno salutati sulle note di Ennio Morricone formando il messaggio:” Dreams are alive tonight” un’imponente coreografia creata dal pubblico che ha richiesto un crowdfunding da 8mila euro, simbolo più puro dell’amore tra l’arena e la stella americana, le cui origini italiane hanno aiutato a costruire un rapporto praticamente inossidabile. La prima canzone è stata “Land of hope and dreams”, seguita da una graffiante ed emozionante “Hungry Heart“: sembra di essere in un mondo onirico, il concerto in simbiosi, in continua evoluzione, come se in un solo corpo ed una sola mente agissero tutte quelle anime nel nome del rock.
Il cuore
Ma oltre all’imponente scritta lo stadio è esploso sulle note di ‘The River’, illuminandosi con i flash dei telefonini o sui brani che toccano nel profondo come ‘Drive All Night’, e scariche elettriche come la finale ‘Shout’ portata avanti fino allo stremo delle forze prima dei saluti. “Questo è un posto molto speciale per noi, con il migliore pubblico”, dice il Boss prima di chiudere con una versione acustica di ‘Thunder Road’.