Fai Bei Sogni Bellocchio: siamo stai alla conferenza di presentazione dell’ultimo lavoro di Marco Bellocchio, Fai bei sogni, in sala dal 10 novembre. Ecco cosa ci hanno raccontato i protagonisti.
Un cast di tutto rispetto per l’ultimo film di Marco Bellocchio, Fai bei sogni. Noi abbiamo incontrato, oltre al regista premiato lo scorso anno a Cannes per i cinquant’anni di carriera e a Massimo Gramellini, autore del libro che ha ispirato il film, anche il cast al completo: Valerio Mastrandrea, Berenice Bejo, Guido Caprino, Barbara Ronchi, Roberto Herlitzka e Miriam Leone. Insieme a loro anche gli sceneggiatori Edoardo Albinati e Valia Santella, e i due giovani interpreti del protagonista da bambino e adolescente, Nicolò Cabras e Dario Delpero.
Marco Bellocchio
Il regista ha raccontato di come nella proposta di girare questo film abbia subito visto il potenziale di una storia così intensa, intrisa di un dolore indescrivibile come quello della perdita di una madre, vissuto qui con rabbia e non accettazione. A tal proposito ha anche aggiunto:
Nel mio lavoro c’è un filo invisibile che sembra collegare molti dei miei film, che chiamerei una sorta di “via delle madri”. Sono figure centrali nei miei lavori e intorno a loro spesso sono presenti diversi omicidi e suicidi.
Il riferimento era al film come I pugni in tasca, dove il protagonista uccideva la madre, o Il Gabbiano, dove c’è il suicidio della donna. D’altronde “le madri sono il nucleo principale della nostra vita”. Riguardo alla drammaturgia del film, il regista individua in un’immagine del bambino al funerale della madre il punto di partenza del film, raccontando di come anche la sua infanzia sia stata segnata da diversi funerali. Tanti dolori per un bambino possono essere distruttivi così
Il trucco che usa il protagonista per sopportare l’insopportabile è crearsi questo legame col fantasma di Belfagor.
Massimo Gramellini
Lo scrittore ha ringraziato tutti per l’ottima resa sullo schermo di una storia che ha vissuto personalmente e che lo toccava così da vicino, apprezzando davvero quella che è stata la rilettura della storia con modifiche che non hanno distorto, ma solo aggiunto qualcosa alla sua vicenda. Ammette che uno dei motivi per cui non ha scritto lui stesso la sceneggiatura è
perché avevo già dato tutto me stesso nella stesura del libro. Non potevo dare di più. Inoltre non volevo condizionare il lavoro di Bellocchio, che ringrazio per la scelta della Ronchi, perfetta riguardo al ruolo della madre e a cui restituisce un’anima meravigliosa.
Una delle scene che lo ha colpito maggiormente e per cui vai il suo plauso al regista è quella del tuffo di Berenice Bejo in piscina: ”in un’immagine Marco ha saputo racchiudere quaranta pagine di dialoghi. Cinema allo stato puro.”
Valerio Mastrandrea
Mattatore della conferenza e sempre perfetto nel suo ruolo di antidivo, l’attore ha raccontato di come non abbia potuto perdere l’occasione di lavorare con un regista del calibro di Bellocchio. Ha ammesso come, per quanto molti attori parlino di chiudere una saracinesca sopra un personaggio al termine delle riprese, ogni volta che si interpreta un ruolo ci si confronta con se stessi e qualcosa dentro rimane, perciò questa interpretazione gli offriva una bella occasione di confronto artistico e personale
per il tema trattato e per lo sguardo di un regista del genere, più che farti sentire la responsabilità di quello che fai ti fa confrontare con quello che sei.
Ha inoltre raccontato il bel clima che si respirava sul set e di come, malgrado il tono drammatico della storia, sia stato molto divertente girare questo film.
Le protagoniste di Fai bei sogni
Le protagoniste femminili Barbara Ronchi, Berenice Bejo e Miriam Leone hanno espresso l’entusiasmo comune di confrontarsi e collaborare con un regista come Marco Bellocchio. La Ronchi ha raccontato anche dell’importanza delle parole di Gramellini per una resa ottimale del suo personaggio e di come ne abbia costruito molto l’interpretazione lavorando con il bambino interprete di Massimo da piccolo, Nicolò Cabras. La Bejo si è dispiaciuta solo di non aver potuto mai improvvisare non recitando nella sua lingua madre ma non avrebbe potuto rinunciare a un’esperienza di lavoro così intensa seppur breve. Per la Leone questo è invece un altro importante gradino nel suo percorso di crescita professionale.
Fra tutti gli interpreti inevitabilmente, regnava insomma un consenso e una stima generale verso il regista e si è respirato un clima generale di affiatamento. Sarà bastato per produrre un film all’altezza delle aspettative? A breve la nostra recensione.
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