Cantautore italiano, classe 1976, vincitore nel 2011 del Premio Italiano della Musica Indipendente per il miglior album “Io tra di noi”, Dente è in giro con il Gran Band Epilogo Tour, che lo vede impegnato nella promozione del suo nuovo disco “Almanacco del giorno prima” e non solo. Noi l’abbiamo raggiunto al telefono, grazie alla sua estrema disponibilità ma anche alla gentilezza del suo ufficio stampa. Ringraziando Alessandro, persona squisita, ecco la mia chiacchierata con Dente.
Ciao Dente, innanzitutto come stai? In viaggio per il tour?
No, in realtà sono ancora Milano, a casa, non sto particolarmente bene, mi sono svegliato con un po’ di febbre e quindi sto cercando di combattere con tutta la chimica inventata dall’uomo negli ultimi anni.
Perfetto, iniziamo bene! Ho una curiosità. All’anagrafe Giuseppe Peveri ma per tutti Dente, E’ vero che questo soprannome te lo ha dato tuo zio?
Si si, è verissimo.
Come mai l’hai scelto come nome d’arte?
In realtà non l’ho scelto, essendo il mio soprannome mi chiamano tutti così e quando ho fatto i dischi mi è venuto spontaneo firmarmi così, mi è sembrato abbastanza normale, naturale. Io ero Dente per tutti, da quasi sempre, insomma.
La grande passione per la musica e per la scrittura quando è nata, quando hai capito che la musica era la tua strada?
Mah, non l’ho ancora capito, ti dico la verità.
Beh gli altri l’hanno capito!
Gli altri ci sono cascati, diciamo [ridiamo NrD]. Io sono sempre stato un grande ascoltatore di musica fin da bambino, quindi la musica mi ha sempre circondato e mi ha sempre aiutato, nasco proprio da ascoltatore e quindi la musica per me c’è sempre stata e ha avuto una grande importanza. In realtà ho iniziato a suonare abbastanza tardi perché avendo poca fiducia in me stesso, ancora oggi ne ho molta poca a ma allora ne avevo ancora meno, ho cominciato a suonare intorno ai vent’anni. Da li ho cominciato a usare la chitarra per scrivere le canzoni, è la cosa che mi è venuta più naturale, non ho preso in mano la chitarra e cominciato a fare la canzone del sole, ma piuttosto ad usarla per buttare giù delle canzoncine dove dicevo delle cose che mi interessava dire. Io scrivevo già un pochettino delle cose che si possono definire poesie, o pensieri, beh si magari definirle poesie è un po’ esagerato, meglio pensieri, cose, dai. Così, ho cominciato a buttarle giù anche in musica.
Ma la prima vera canzone, il tuo primo vero scritto è già inserito in qualche album o ancora chiuso in qualche cassetto, inedito?
Eh no, è ancora nascosto inedito, perchè prima del mio primo disco, io ne ho fatti altri due che non sono mai usciti.
Ma quanto sei cambiato da quel primo disco, dall’album d’esordio Anice in bocca? Quant’è cambiato Dente dal 2006?
Mah, io credo di essere cambiato poco, piuttosto sono cambiate le cose intorno a me. E’ il contorno che è cambiato tanto, adesso c’è un pubblico che prima non c’era, è cambiato che ora faccio dei dischi, sì sempre spinto dalle stesse motivazioni, ma con più riscontro, c’è più gente che viene ai concerti. Non vedo quello che c’è intorno, io cerco sempre di continuare a scrivere e a fare dischi per lo stesso motivo, perché ho bisogno di farlo, perchè ho voglia. Fino ad esso penso di esserci riuscito, speriamo di riuscirci anche in futuro.
Tu sei famoso proprio perché scrivi dei testi semplici ma ricercati, giochi con le parole, ma c’è qualcuno o qualcosa a cui ti ispiri che influenza questo tuo modo di scrivere? O sei semplicemente TE?
Si, io credo di essere abbastanza IO, abbastanza riconoscibile, come scrittura.
Però la critica ti accosta come genere musicale a Lucio Battisti, a Rino Gaetano, a Francesco De Gregori…
Si, ma se ci pensi bene sono tutti accostamenti un po’ sbagliati.
Addirittura ti accomunano a Cesare Cremonini, immagino che la cosa ti faccia piacere! [ridiamo ironicamente NdR]
E’ sbagliato anche quello. [ride Nrd] No, non lo so, io credo di essere io, anche perché dire “sì sono come Lucio Battisti”, vorrebbe dire che sono qui a copiarlo dalla mattina alla sera.
Beh un po’ la cifra stilistica, il genere, non credi? Una sorta di artista impegnato piuttosto che altro.
Beh diciamo che sono tutti ascolti che ho fatto, ovviamente. Io faccio la musica leggera italiana, non altre cose ed ha un po’ quei padri lì, è quella cosa li, non si può fare la musica leggera italiana in cosi tanti modi ma io cerco di farla a mio modo, con i miei testi, con le mie parole e con la mia musica, che poi ovviamente va pure a pescare la grande tradizione italiana.
C’è, da autore, un artista per cui scriveresti un testo, qualcuno a cui doneresti una tua canzone?
Sono tutti morti [ridiamo nrd] sono tutti andati all’altro mondo.
Quindi ad oggi, non c’è nessun degno sostituto?
Ma no, battute a parte, ci sono oggi degli artisti in italia che fanno cose belle e fatte bene però non ho desiderio di collaborare con chicchessia, diciamo cosi.
Si parla già di Sanremo Ti è mai passato per la testa di partecipare?
Sì, ci ho pensato. C’ho pensato tanto, perchè lo scorso anno c’era la possibilità di andarci ma alla fine non ci sono andato.
Perche?
Perché non me la sono sentita, ho avuto un po’ paura. Avevo paura anche se era tutto perfetto, un disco pronto, un singolo che funzionava, che avrebbe funzionato sul quel palco, però non me la sono sentita.
Parliamo del Tour, si riparte il 29 novembre da Livorno.
E’ l’ultima parte del tour di questo disco e dell’ultima parte dell’anno e facciamo un concerto diverso da quello che abbiamo fatto finora, perché c’è una scaletta molto lunga che prende un po’ da tutti i dischi, non è proprio un Best Of ma è una bella scaletta corposa. Poi ti dico che la novità di questo tour è la sezione fiati, ci sono 3 fiati in più quindi invece della solita band composta da 5 membri stavolta siamo 8 sul palco ed è una bella festa.
Non solo tappe italiane, il 3 dicembre infatti sei a Parigi. Quanto è diverso l’impatto con un pubblico straniero rispetto a quello di casa nostra?
E’ diverso, anche se poi alla fine quando suoni soprattutto in Europa, alla fine ci sono tantissimi italiani che abitano là e che nonostante abitino all’estero continuano a seguire la musica italiana. E’ una cosa divertente. Il posto in cui mi sono divertito di più è stato in Brasile dove di italiani non ce n’erano. E’ stato molto interessante
Stai già lavorando ad un nuovo album?
Emh…no! Ho qualche canzone, qualche idea, ma prima che prenda la forma di un album ci vuole ancora un po’ di tempo.
La mia rubrica dedicata alle interviste è chiamata: Nina e quello che agli altri non dicono. Rivelami un segreto.
Non ho segreti!
Eh, rispondono tutti così!
Mi piacciono i biscotti col cioccolato, non l’ho mai detto a nessuno. [NrD ridiamo]
Intervista a Dente
In collaborazione con Nicolas Guerrieri.