Abbiamo visto in anteprima “Quando un padre”, il film prodotto da Mark Williams, che racconta le dinamiche dei rapporti familiari quando la vita li mette a dura prova.

quando un padre recensione

Copyright foto: Eagle Pictures

Debutto alla regia del produttore Mark Williams con Quando un padre, che abbiamo visto in anteprima, la cui uscita nelle sale è prevista per l’8 giugno 2017. Il film racconta la vicenda di Dane Jensen (Gerard Butler), cacciatore di teste che vive per il lavoro, sempre in competizione per essere il primo a sfondare gli obiettivi che il “cattivo” Ed (Willem Dafoe) suo capo gli impone. Il risultato è un progressivo sgretolamento dei rapporti familiari, fino a quando la vita non lo mette alla prova attraverso la grave malattia del figlio.

Debutto non dei più frizzanti, centonove minuti per una regia scolastica e priva di personalità rendono il film a tratti perfino noioso, una riunione di luoghi comuni e caratteri già visti e rivisti. Salvano, in parte, la baracca il solito Dafoe e l’impegno di Butler nel cercare di smettere i panni dell’agente super/speciale. Una fotografia al servizio della mediocrità che getta una debole luce solo su alcune belle inquadrature di Chicago, che si perdono, purtroppo, nel nulla stilistico.

Non c’è molto da dire su un film che non è brutto, semplicemente “non è”. Tutto va liscio nella parabola hollywoodiana ormai lisa e demodé di rappresentare un sogno americano che non esiste più, di rappresentare un certo tipo di maschio spietato ma dal cuore tenero, che non è mai esistito, solo che adesso non regge più nemmeno la sospensione cinematografica del racconto. Una famiglia tipizzata fino alla macchietta.

Se la regia è senza lode e senza infamia, la sceneggiatura è fuori tempo massimo, pur sforzandosi di rincorrere l’attualità della crisi economico/occupazionale di questi anni cade nella retorica e si avvale di svolte narrative che francamente nel 2017 risultano desuete, non è un richiamo all’originalità a tutti i costi, semplicemente una constatazione che tra il tema del film e il tempo attuale c’è una frattura inconcepibile anche per lo spettatore più acerbo.

Uno sforzo volto a mantenere un target commerciale alla ricerca della lacrima facile che scivola verso un prodotto low e televisivo.

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