L’audace tentativo di un musicoterapeuta italiano, di curare il dolore tramite l’intelligenza artificiale. Un sodalizio tra uomo e algoritmo che cerca di donare sollievo fisico e psichico, attraverso la musica, a chi è costretto a convivere con la fibromialgia. 

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Buone nuove da chi nel mondo riesce a fare la differenza: il dottor Alfredo Raglio, responsabile del Laboratorio di ricerca in musicoterapia della Maugeri e coordinatore scientifico del Master di I livello in musicoterapia dell’Università di Pavia, ha sperimentato la cura del dolore con una nuova e innovativa tecnica, che unisce musica e medicina per donare sollievo a chi viene colpito dalla fibromialgia, una malattia che tende ad avere ripercussioni sulla persona, non solo a livello fisico, ma anche a livello psicologico.

Nello specifico, la fibromialgia è una sindrome reumatica, caratterizzata da un aumento della rigidità muscolare, associata a dolori diffusi, alla cefalea, ai disturbi dell’umore e del sonno. Colpisce prevalentemente le donne di tutte le età e le cause scatenanti sono spesso riconducibili all’attività lavorativa svolta o ad una familiarità genetica. In realtà sia le cause che le possibili cure sono, ancora oggi,  continuo oggetto di studi.

Quello del dottor Raglio è un progetto sperimentale che non conosce precedenti, presentato al X Congresso della Siras (Società italiana di riabilitazione in alta specialità). Argomento fulcro del meeting, che accoglie circa 400 specialisti provenienti dall’intera penisola, è la riabilitazione a livello neurologico, deambulatorio, pneumologico e cardiologico. “Innovazione e multidisciplinarietà per la riabilitazione del XXI Secolo” sarà  infatti la materia oggetto del  confronto tra gli studiosi, che discuteranno di  musicoterpia e neuroscienze.

Alla base di questa “cura” ideata dal professore c’è la musicoterapia, quindi,  somministrata a circa 60 pazienti, presso l’Unità di medicina del dolore degli Istituti clinici scientifici Maugeri di Pavia: secondo questo rivoluzionario progetto, la musica oltre a sollevare lo spirito, potrebbe dare sollievo anche al corpo. Le musiche adottate, non sono comuni e commerciali, bensì espressamente create da “Melomics-Health” un algoritmo capace di produrre melodie attraverso l’intelligenza artificiale; i componimenti vengono sviluppati sotto la guida dell’uomo, in base al sintomo che si vuole alleviare, nel caso specifico in riferimento alle conseguenze della fibromialgia.

L’idea del musicoterapeuta nasce grazie ad una collaborazione con il dottor Francisco J. Vico, professore di intelligenza artificiale all’università di Malaga, che si è occupato della messa a punto dell’algoritmo, condotto in seguito da Raglio nell’ambito della terapia con la musica. Le parole dell’esperto, in riferimento alla creazione delle melodie sotto la guida umana sono molto esaustive:

Finora abbiamo lavorato sul concetto di rilassamento o meglio di de-attivazione”, ossia ‘commissionando’ a Melomics-Health brani musicali che con caratteristiche che dovrebbero risultare appunto de-attivanti a livello emotivo, determinando una condizione di rilassamento e distrazione che contrasti con lo stress a cui i pazienti con dolore persistente sono costantemente sottoposti

Frutto della cooperazione tra intelligenza artificiale e intelligenza umana è la monodia, una musica, estremamente semplice, che non ha alcun supporto armonico. Sono note che, coordinandosi tra loro, producono brani della durata di circa 3 minuti. Non avendo alla base le regole della musica tradizionale, i motivi non risultano familiari all’orecchio. Come afferma Raglio:

Non sono pensati tanto in chiave estetica, quanto in chiave curativa

I 60 pazienti sono suddivisi in tre gruppi: un primo gruppo  segue le cure tradizionali prescritte per il  trattamento della fibromialgia, un secondo gruppo ascolta musica a seconda dei propri gusti e delle proprie scelte, un terzo gruppo ascolta la musica creata dall’algoritmo. La somministrazione dell’ascolto è quotidiana e si svolge comodamente al proprio domicilio, con un monitoraggio a distanza come sempre avviene per ogni sperimentazione. Il confronto tra questi  gruppi permetterà di capire quale tipologia di intervento risulterà essere più efficace.

Alfredo Raglio, però, non è l’unico esperto ad aver pensato di introdurre l’intelligenza artificiale nel campo medico: altri progetti nel mondo, prevedono di inserirla a supporto della medicina. Da alcune indiscrezioni rivelate dalla agenzia Ieee Spectrum, esistono tre progetti creati da alcuni grandi della tecnologia tra cui spicca il nome di IBM, che con l’intelligenza artificiale Watson, avrebbe creato un modello capace di anticipare di almeno due anni diagnosi relative ai problemi cardiaci rispetto ai metodi della medicina tradizionale. L’algoritmo lavora basandosi sui dati raccolti durante le visite. Uno dei ricercatori impegnati in questo progetto dice:

Abbiamo scoperto che diagnosi di altre malattie, farmaci prescritti e cartelle cliniche di eventuali ricoveri, in quest’ordine, possono fornire dei segnali in grado di predire la malattia. A questo si aggiungono informazioni ottenute dalle cartelle compilate dai medici usando il linguaggio discorsivo.

Altri colossi del settore sono impegnati in progettazioni con l’intelligenza artificiale, che potranno essere di supporto nella cura del  del tumore al polmone, piuttosto che della prevenzione degli effetti collaterali di un farmaco. Ovviamente è tutto in fase sperimentale, esattamente come il progetto del musicoterapeuta italiano. Per vedere i reali effetti della musica artificiale come elemento curativo, bisognerà, quindi, aspettare almeno un anno.