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Vibra il telefono, un messaggio su WhatsApp, è la mia amica che scrive: hai visto il fashion blogger più piccolo del mondo? Faccio una ricerca, si chiama Alonso Mateo, 5 anni, 83,736 followers su Instagram, 65.692 su Facebook. Numeri grossi per chiunque, figurarsi per un cucciolo di uomo. Sfoglio le sue foto, lo guardo, sorrido, sospiro di sollievo quando tra mille pose, trovo una foto in cui dorme tranquillo infilato tra due peluches, penso “allora è un bambino”.
Sono sincera, non sono scandalizzata, non lo giudico, non insulto i genitori che lo vestono come un quarantenne nano. Perché? Il motivo è che non ci trovo niente di raccapricciante in quella sfilza di foto degne di un modello navigato, con bocca arricciata e sguardo ammiccante; mi fa sorridere, è pur sempre un bambino, come si fa ad accanirsi contro un bambino? Ho letto commenti lapidari come “ha perso gli anni migliori, quelli dell’infanzia”, “il problema è che i bambini non lo prendono in giro”. Esagerazioni. Io direi, piuttosto, “per fortuna” che i bambini non lo deridono solo perché veste “diverso” (e con stile, tra l’altro); addirittura ho un pensiero positivo verso la madre che invece di atteggiarsi lei stessa a fashion victim, spende soldi e tempo per vestire il suo bambino al meglio.Vittime dell’apparenza e della voglia di esibizionismo? Senza dubbio, ma poteva andare anche peggio, insomma.
Io non condanno, non lo faccio in generale nella vita, il mio motto è “vivi e lascia che ognuno faccia nella vita ciò che crede”, però una riflessione permettetemela: immagino quel bambino, vestito griffato, fotografato mentre sorride con altri bambini e gioca a palla in un parco, che si impiastriccia le mani col pongo, o mentre infila le dita nelle ferite dell’omino del Piccolo Chirurgo, lo immagino sfogliare un Topolino e ridere di gusto mentre balla davanti al televisore. Ecco cosa manca in quelle foto, la spontaneità, quella sacrosanta qualità che solo i bambini hanno la fortuna di avere. C’è un tempo per tutto. Anche per crescere. E poi chi l’ha detto che non si possa essere stilosi già da piccoli, anche solo indossando un cerchietto leopardato e i tacchi della mamma? E pensare che avevo solo 4 anni. Sono io la (non) fashion blogger più piccola del mondo. Ora ne avete le prove!
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Adoro Instagram, tra tutti i social network lo trovo quello più adatto a descrivere con una sola fotografia i momenti più significanti delle mie giornate. Quando noto qualcuno così interessato alle mie cose da seguirmi, sono solita contraccambiare seguendolo a mia volta. Ieri, tra le tante fotografie degli utenti della mia cerchia, ce n’era una che ha catturato la mia attenzione, quella di Meshedesignes. Michelle Fernandez, la creativa che è dietro allo pseudonimo, è una artista che ama esprimere se stessa attraverso la creazione di gioielli handmade. Ad attirare la mia curiosità è stato un contest da lei organizzato, che metteva in palio un bellissimo garnet ring in argento.
Non so perché, ma quell’anello mi ha ricordato qualcosa. Guardando quella pietra rossa incastonata in una bellissima cornice in argento dallo stile vintage, ho avuto la sensazione che quell’oggetto mi appartenesse, come se fosse stato mio in una vita sconosciuta, come se quell’ immagine mi avesse catapultata in una sorta di déjà vu. Quell’anello doveva essere mio. Ho partecipato ed in attesa dell’estrazione sono andata a curiosare nel suo sito. E’ stato come attraversare un luogo incantato, fatto di pietre e colori, di racconti e parole non dette. Ne sono rimasta affascinata. Così, pur non essendo la fortunata vincitrice del “mio” anello ho deciso che le creazioni di Michelle meritavano un posto nel mio blog perchè con la loro intensa semplicità sono state capaci di graffiare il mio cuore di ghiaccio senza preavviso.
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