Poesie d'amore di poeti famosi francesi
La lingua francese è spesso sinonimo di romanticismo, chi di voi non ha mai desiderato sentirsi dire Je t’aime? Ma se non vi volete fermare a queste due paroline, noi vi presentiamo i poeti francesi che meglio hanno saputo parlare d’amore. Partiamo da Paul Valéry, nato nel 1871, è stato un uomo dal carattere particolare; il suo rapporto con la poesia è stato inconsueto. “Ogni pensiero costituisce un’eccezione a una regola generale: quella di non pensare.” Per lui la poesia era un insieme di pensieri, di intuizioni annotate su un quaderno come se fossero degli esercizi.
In Francia ha ricevuto diversi riconoscimenti, primo fra tutti il titolo di “poeta ufficiale” della nazione. Un altro grande poeta francese, ma nato a Roma nel 1880, è Guillaume Apollinaire trasferitosi in Francia con la madre. Dopo un’adolescenza instabile fatta di lunghi viaggi, che favoriscono però la lettura, Apollinaire entra nella cerchia dei poeti d’avanguardia e conosce Ungaretti, Max Jacob e Picasso. La sua raccolta di poesie migliori è Alcool, pubblicata nel 1913, dalla quale però si discosterà nei lavori futuri sperimentando una diversa tecnica espressiva. Da non dimenticare anche le poesie di Prévert.
La mia stella di Paul Valery
Parlo di te,
ma non pronuncerò il tuo nome
e scriverò per te,
come gli astri nel cielo fanno per la sera,
in silenzio ed ogni notte.
Ripiega le tue ali ora,
questo tempo è per te
e che tu possa trovare sollievo e calore,
nello scorrere delle mie parole.
Fragile,
anima di cristallo,
in te trovo forza e respiro.
Territorio inesplorato,
ti scoprirai fertile.
Tu,
prima parola,
primo passo,
prima estasi,
piacere intimo, incondivisibile,
scaglie di luna,
non più pianto tra poco.
Tu,
viaggio senza meta,
gioco d’ infanzia,
grotta segreta,
prosa mai scritta, inimmaginabile,
la neve si fa acqua in ogni tuo sorriso.
Stella,
ti stringerei fino al calare del mondo!
Tu fiaba,
parte divina del fanciullo,
abbracceresti me per un tempo lungo un sogno?
Immobile resterei a respirarti,
mia musa,
mia fonte,
mia amica.
I passi di Paul Valery
Nati dal mio silenzio,
posati santamente,
lentamente, i tuoi passi
procedono al mio letto
di veglia muti e gelidi.
Persona pura, ombra
divina, come dolci
i passi che trattieni.
O iddii, quali indovino
i doni che mi attendono
sopra quei piedi nudi!
Se da protese labbra,
per’ acquietarlo, all’ospite
dei miei sogni prepari
d’un bacio il nutrimento,
non affrettarlo il gesto
tenero, dolcezza
di essere e non essere:
io vissi dell’attesa
di te, il mio lento cuore
non era che i tuoi passi.
Torna l’inverno la mia anima è triste di Guillaume Apollinaire
Torna l’inverno la mia anima è triste
Il mio cuore non sa esprimere nulla
Forse benché nulla esista
Inverno di ogni inverno da amare
Dove la pena sola resiste
E perché dunque il mio cuore batte
Per la tristezza che sopporta
Tu che m’aspetti oh cuore gentile
Non sai tu che mi faccio azzurro
Per raggiungerti più sottile
Sono il soldato blu d’un sogno
Pensami ma perdi la ragione
Vedi il sogno che finisce
Ogni volta che il suo occhio si apre
Te che amo perdutamente
A cui penso dall’aurora
E tutto il giorno vado amandoti
E tutto Il giorno vado amandoti
E quando è sera t’adoro
Nel lago dei tuoi occhi assai profondo di Guillaume Apollinaire
Nel lago dei tuoi occhi assai profondo
si scioglie il mio povero cuore a fondo
lo disperdono laggiù
nell’acqua di amore e follia
ricordo e malinconia.