Il 13 novembre arriva la raccolta di inediti di Kurt Cobain e tra questi la discussa cover dei Beatles “And i love her”, che mostra un lato dei leader dei Nirvana mai visto prima.
E’ un Kurt Cobain inedito quello che dal 13 novembre uscirà nella raccolta inedita “Montage of Heck: The Home Recordings”, una collezione che comprende anche la cover di “And i love her”, comparsa ad aprile nel documentario sulla vita del cantante.Partendo dal presupposto che guardiamo sempre con un po’ di diffidenza gli album postumi pieni zeppi di canzoni “inedite”, senza sentire quasi solo la puzza di manovra commerciale, bisogna ammettere, però, che la curiosità è padrona sovrana.
Andare a sentire quanto materiale avevano ancora in cantina tanti grandi artisti, quante idee avevano dimenticato, parcheggiato o addirittura scartato, è sempre emozionante, ma anche deprimente, soprattutto per un musicista. Ascoltare idee ottime, infatti, che alcuni artisti talmente geniali avevano considerato addirittura di serie B, lascia spesso sconcertati. Come per la cover di And i love her, raro caso in cui viene fuori il lato umano, meno ribelle, meno schiavo del suo personaggio.
Sì, perché Kurt Cobain è uno contro le regole, contro il sistema, pessimista e cinico per tutto il suo pubblico, ma che poi a casa, chitarra in mano, abbozza nientemeno che i Beatles. Assurdo? No, perché era sicuramente un tormentato, un depresso, il classico artista “maledetto”, ma nell’arco delle 24 ore, fuori dal palco, era per forza anche lui un uomo, con i suoi gusti personali, curioso e soprattutto musicista. Ascoltare, farsi ispirare, cercare idee, o magari strimpellare una canzone che aveva in testa per il semplice gusto di farlo: ecco questo fanno i musicisti.
La versione inedita di And i love her è, infatti, abbozzata: solo chitarra, voce, ad “accordoni”. Questo per alcuni rende la cover una versione grunge dell’originale, per noi, invece il Kurt Cobain che canta i Beatles è solo un ragazzo che prende la chitarra in mano e canta un canzone che evidentemente gli piaceva. Come fanno tutti i musicisti, tra le quattro mura della loro solitudine.