intervista a chiara boni

Intervista a Chiara Boni. Geniale,innovativa, dinamica. Ma anche gentile e disponibile. E’ raro trovare tutte queste qualità in un’unica persona e quello che ho capito chiacchierando con Chiara Boni ed il suo staff è che loro incarnano perfettamente tutti questi pregi e anche di più. I capi firmati La Petite Robe sono state per me una vera e propria scoperta e la fame di conoscenza mi ha portato ad avvicinarmi ogni giorno di più al mondo di Chiara Boni, scoprendo a poco a poco il vero senso delle parole femminilità, intelligenza, gentilezza, umiltà e creatività.

Quella con la stilista italiana ed il suo staff più che un’intervista è stata un viaggio nell’universo più intimo della donna, dove sono racchiusi il senso vero dell’umanità, dell’eleganza, della praticità e dell’animo femminile. Ho capito che quella di Chiara Boni è la donna che vorrei essere, che tutte dovremmo essere: genuina, senza maschere, che fa dell’intraprendenza unita alla femminilità più autentica i propri punti di forza. Una donna concreta che non sacrifica la propria essenza per rincorrere i ritmi frenetici a cui è sottoposta, ma che nonostante tutto tiene botta e non perde terreno, grazie a capi che non soffocano la femminilità a favore della praticità, ma che anzi coniugano paradossalmente questi due punti agli antipodi.

Chiara Boni a cuore aperto racconta la sua collezione, i suoi sogni, la sua collaborazione con NR|Rapisardi e mi svela un piccolo segreto, sempre che si possa chiamare tale. Godetevela.

Parliamo della tua ultima collezione A|I 2014-2015.
L’A|I 2014-2015 che ho presentato allo Special Event per Pitti Uomo 85/Pitti W è caratterizzato da ispirazioni Fifties. La collezione è impreziosita da dettagli retrò: profili in charmeuse, velluto, pizzo stampato ed un ricamo di rose ad intaglio suggeriscono atmosfere boudoir. L’eco di un’eleganza d’altri tempi è riconoscibile negli accostamenti tonali del cipria al nero, nelle pieghe fitte e leggere del plissè oltre che nei maliziosi inserti di tulle. Morbide imbottiture trapunta, solide baschine e ripetuti movimenti ad onda, fin sulla coda dei lunghi da sera, offrono un’immagine a tutto tondo del percorso creativo che anima la collezione invernale. Assecondando i dictat dello stile ’50, nell’A|I 2014-2015, compaiono anche le scarpe da abbinare ai vestiti.

A proposito di scarpe abbinate ai vestiti, come nasce l’idea di una collaborazione con NR|Rapisardi?
Dalla voglia di diversificare la produzione, di ampliare l’offerta assecondando il principio dell’elasticità. Anche le calzature prodotte in collaborazione con NR|Rapisardi sono realizzate nel jersey stretch de La Petite Robe.

Com’è la donna di Chiara Boni e quale valore aggiunto ha quella che indossa i tuoi abiti?
Da bambina, ho frequentato per tanti anni con mia madre atelier e sartorie, l’osservazione mi ha svelato in modo naturale i segreti del corpo femminile e mi ha invogliata a valorizzarlo disegnando per ogni donna un abito che ceda alla libera interpretazione della personalità e delle forme. La donna di Chiara Boni è tutte le donne possibili, unico comune denominatore: il desiderio di sentirsi femminili.

Quanto sei cambiata e quanto è cambiata anche la tua donna da “You Tarzan Me Jane” ad oggi?
I cambiamenti sono il mio input vitale, tanti dal 1971 ad oggi. Quello che accomuna la Moda di ‘You Tarzan, Me Jane’ e quella de ‘La Petite Robe’ è il fatto che nascono entrambe da un’idea rivoluzionaria. Il mio è un percorso fatto di sperimentazioni consapevoli ma anche di intuizioni che solo a posteriori ho scoperto straordinariamente coerenti. La cosa più difficile nel mio campo è rinnovarsi rimanendo riconoscibili.

Più di 80 corner nei più grandi departments store degli Stati Uniti, i suoi abiti indossati da Oprah Winfrey a Mary J. Blige, passando per tantissime donne americane che “contano”, Chiara Boni ha conquistato l’America. Che ne pensi?

E’ sorprendente il passaparola delle donne che scelgono i miei abiti. Le signore americane, da Manhattan al Texas, che non sono state raggiunte dal sistema pubblicitario, hanno incrociato da sole la mia moda, attraverso le amiche o le proposte dei department store. È stata una piacevole conferma per La Petite Robe che in America non ha neppure un ufficio stampa.

E il personaggio che più di tutti sogni di vedere indossare i tuoi abiti?
Sarebbe fantastico vestire Miss Obama.

Non solo moda. Qual è la tua seconda passione?
L’Arte è la mia prima passione di cui la Moda stessa rappresenta una forma. Sono nata in una città d’Arte. Firenze ha dato un verso al mondo delle mie ispirazioni. Un imprinting forte. Da quando ho cominciato a guardare, ho potuto vedere le sue uniche bellezze artistiche e architettoniche. Non credo che la mia vita e la mia carriera sarebbero state le stesse se non fossi nata a Firenze.

La mia rubrica è intitolata “Nina e…quello che agli altri non dicono”. Rivelami un segreto! 
Non ho segreti, ma desideri non rivelati! Mi sarebbe piaciuto essere dotata di una certa manualità per poter cucire da me i prototipi degli abiti che disegno.

Intervista a Chiara Boni