Il neoclassicismo in letteratura: la corrente del gusto descritta dalla penna dei più celebri esponenti dell’epoca, alla riscoperta di ideali, equilibrio e armonia.

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La ricerca del bello, di una simmetria  tra corpo e spirito che possa ingentilire l’animo,  la predisposizione  alla riscoperta del patriottismo e dell’attività eroica, dell’amore inteso come sentimento e passione attraverso l’idealizzazione della realtà: tutto questo è neoclassicismo e letteratura.

Il neoclassicismo in letteratura

Che cos’è il neoclassicismo? E’ un movimento letterario e artistico nato alla metà del XVIII secolo protraendosi  per i primi trent’anni del XIX secolo, caratterizzato dall’intento di interpretare la vita, l’arte e i principi dell’età moderna, riscoprendo e valorizzando i canoni delle antiche civiltà. Il movimento definito “corrente del gusto”  è contrassegnato da diverse sfaccettature che vanno ad influenzare le varie arti, compresa quella letteraria.

Corrente nata come evasione dal tempo, per superare i disagi dati dalla oppressione del regime napoleonico, ha avuto alla base la capacità di ritrarre il presente attraverso il passato, privilegiando la cultura greco-romana. Nei componimenti letterari, i modelli classici vengono considerati perfetti e  unica fonte di ispirazione, con il rispetto dei generi, dei metri e delle forme stilistiche tipiche del classicismo.

Promotore di questo pensiero si fa Johann Joachin Winckelmann (bibliotecario e storico d’arte) nella sua opera Pensieri sull’imitazione  delle opere greche nella pittura e nella scultura”, in cui definisce l’arte greca come sublime esempio di “nobile semplicità e quieta grandezza”, guardando all’antichità come modello di armonia e di perfezione. Le caratteristiche che danno fondamento alla letteratura neoclassica si possono ritrovare nella idealizzazione, nella mitizzazione,  nella figurazione, nell’eleganza, nell’armonia, nella compostezza e nella decenza.

Idealizzazione 

Lo scrittore coglie e dona vita a  tutto quello che di più significativo si trova nella natura.  Il bello ideale nasce dalla scelta degli elementi più belli e dalla loro armoniosa fusione in un’unica figura. Si va alla minuziosa ricerca di tutti gli elementi che possono trasformare il reale in esemplare e ideale. L’idealizzazione alla base ha la positività, escludendo così elementi  negativi. Certo è che i letterati neoclassici, nell’intento di creare forme perfette e belle, hanno spesso corso il rischio di staccarsi dalla realtà di vita del momento;

Il pericolo è ricorrente nell’arte che imita la natura, rischio bilanciato dalla soddisfazione di  riuscire a rendere più mite  la rigidità e la crudezza dell’epoca. Fondendo realismo e idealità si è ottenuto la precisione del reale insieme alla bellezza dell’ideale. Lo scrittore neoclassico, per raggiungere meglio l’effetto idealizzante, preferisce cogliere i soggetti delle proprie opere in “posa”, cioè nell’atteggiamento che manifesta meglio le loro caratteristiche.

Mitizzazione  

Spesso in letteratura il neoclassicismo si traduce nel ricorso alla mitologia. Il mito riesce a idealizzare un soggetto  sino a trasformarlo in un essere divino.  Esempio rilevante in questo senso è il mito di Maratona, la tomba dei valorosi eroi morti in guerra contro i Persiani, tomba sacra, fonte di ispirazione per diversi autori.  Tutto quello che è bello richiama al perfetto e al sublime, attraverso la mitizzazione delle forme che i neoclassici definiscono “mirabili ed eccezionali”.

Figurazione 

I neoclassici adottano costantemente il procedimento figurativo.  Compito degli scrittori è quello di dare vita sensibile all’idea. Per il Winckelmann “la scultura è l’esemplare di tutte le arti”, perciò anche i poeti con la parola “scolpiscono”.  I neoclassici fanno uso di tre mezzi adatti a illustrare le idee con parole:  la personificazione (utilizzo di figure retoriche che attribuiscono pensieri e comportamenti umani a qualcosa che umano non è), il mito (utilizzo di figure mitologiche per descrivere un concetto, dando così sacralità alla situazione) e la descrizione ( atteggiamento descrittivo minuzioso)

Eleganza

Si ritrova ancora la predilezione degli scrittori neoclassici per  i motivi capaci di trasmettere serenità, eleganza e luminosità. La poesia dell’epoca, infatti, è spesso caratterizzata da luci, colori e profumi espressi attraverso parole gentili ed eleganti. Vengono resi allo stesso modo anche quegli elementi negativi che per qualche motivo il poeta deve necessariamente adottare.  Da qui si comprende la mescolanza di luci, di colori, di profumi e i toni signorili e decorosi, con i sentimenti dolci e sublimi che caratterizza soprattutto la poesia del Foscolo.

Armonia

I più famosi letterati neoclassici, sottolineano il fatto che la dote più preziosa dell’arte è l’armonia che si manifesta attraverso la grazia. É quest’ultima  che concede  equilibrio allo spirito dei compositori e dona loro l’armoniosa capacità pittorica che si manifesta attraverso la scrittura.

Compostezza

Nel mondo idealizzato dall’arte ogni espressione deve essere controllata, cosicché le parole e i gesti siano decorosi. A nessuno è permesso di esagerare con la descrizione di urla ed esclamazioni troppo forti tanto da diventare volgari: anche le situazioni più cariche di forza drammatica e tragica, devono essere contenute entro i limiti della moderazione. Il poeta neoclassico rinuncia così alle espressioni travolgenti che sconvolgono il lettore. La grazia neoclassica non si confonde con la graziosità, né con la mielosità: essa è soltanto armonia.

Decenza

Nella visione ideale che i poeti danno della realtà, vengono bandite trivialità e volgarità. L’artista neoclassico mette in evidenza l’armonia delle forme, nel mondo dell’idealità. La passione  viene placata, e vengono esaltate le forme più belle. La bellezza ha la capacità di sopperire a tutto quello che non è gradevole e a tutto quello che è osceno. La passionalità si trasforma in piacere estetico. La bellezza che nasce dalla penna dei poeti è casta.

Neoclassicismo in letteratura: gli esponenti

In Italia un buon gruppo di scrittori si propone di dimostrare praticamente quanto siano  vigorose e vive le risorse del classicismo italiano, allontanandosi così dall’idea esterofila di altri artisti. I motivi della loro scelta risiedono nella convinzione che la tradizione letteraria italiana sia un patrimonio di immenso valore artistico. I neoclassici italiani, sono convinti che non si possa rinunciare all’equilibrio che si è creato tra ragione e sentimento, natura e cultura, per fare spazio ad una espressione artistica, che esige immediatezza, sacrificando armonia e decoro.

La loro battaglia per l’italianità ha alla base la convinzione che tradire la tradizione letteraria nazionale a favore di una estera,  equivalga a tradire i padri della letteratura nostrana come Petrarca, Virgilio, Cicerone e Ariosto.  Tra i maggiori esponenti del Neoclassicismo in letteratura si possono annoverare: Giuseppe Parini, Vincenzo Monti, Ugo Foscolo, Ippolito Pindemonte, Vittorio Alfieri.

Giuseppe Parini: poeta e abate italiano, nasce nel 1729 e seppur figlio di un mercante di stoffe, riesce a godere di una buona situazione economica, grazie all’eredità di una zia che gli permette di poter fare la sua prima pubblicazione, una raccolta di rime Alcune poesie di Ripano Eupilino. L’ opera che è composta da 94 componimenti di carattere sacro, profano, amoroso e satirico, riesce ad ottenere un grande successo, conferendogli così la fama necessaria per essere accolto nell’Accademia dei trasformati, composta dai più grandi rappresentanti della cultura milanese dell’epoca, dove incontra quelli che diventeranno i suoi migliori amici.

Gli anni a seguire sono segnati da problemi legati alla mancanza di sicurezza economica che lo portano al servizio della famiglia Serbelloni come insegnante del loro figlio, dove fa amicizia con persone influenti. Dopo diversi anni, allontanato dalla famiglia Serbelloni, si reca  al servizio degli Imbonati, dove conosce il suo periodo di gloria più grande, fino a spegnersi nella sua abitazione nel 1799. Tra le sue opere più famose si ricordano Dialogo sopra la nobiltà (1757), le odi La vita rustica (1790) , La salubrità dell’aria (1759 fulcro dell’opera l’opposizione città-campagna) e La impostura (1761). Nell’opera del Parini si possono distinguere i contenuti civili, politici e morali della sua letteratura (più vicini all’Illuminismo) e gli aspetti stilistici e poetici (più legati ai principi dell’Accademia dell’Arcadia).

Alcuni maggiori esponenti della critica hanno esaltato il primo aspetto, definendo il poeta il primo esponente della nuova letteratura, che oltre ad emergere come scrittore, mette in evidenza le sue qualità di uomo, valorizzando i sentimenti; altri decantano, invece, la sua vicinanza al pensiero dell’Arcadia. In realtà questi elementi che sembrano essere in contrasto tra loro, si conciliano perfettamente, in quanto segnano una maturazione del percorso dell’artista, che passa dall’Illuminismo alla posizione  neoclassica

. Il pensiero del Parini, infatti, abbraccia alcuni elementi della corrente illuministica, tra cui la critica verso la religiosità ipocrita, la condanna delle guerre di religione e dell’Inquisizione, l’apprezzamento delle scoperte scientifiche, la condanna della degenerazione della nobiltà, ma ne rifiuta altri, avvicinandosi così alla corrente neoclassica. Si ritrova un Parini neoclassico, prevalentemente nei contenuti moderni illustrati nelle sue opere, nell’uso frequente dell’idealizzazione, del mito, dell’espressione figurativa e per lo stile che risulta armonioso ed elegante.

Vincenzo Monti: In Italia, Vincenzo Monti è considerato uno dei maggiori esponenti del neoclassicismo. Nasce in Romagna nel 1754 e a 22 anni riesce a comporre il poemetto Visione di Ezechiello, il cui successo lo porta alla corte romana di Pio VI dove vive all’incirca vent’anni. Il periodo a seguire viene segnato dalla sua fuga da Roma in quanto interessato alle vicende napoleoniche e il suo doversi rifugiare a Parigi al ritorno degli austriaci nella città di Milano, diventata intanto la sua città di residenza.

Tra le sue opere più famose: Prosopopea di Pericle (ispirata dal ritrovamento del busto di Pericle a Tivoli), Al Signor di Montgolfier (tra le più famose odi di Monti, in occasione dei primi voli aerostatici),  Bassvilliana (poema incompiuto contro i principi della Rivoluzione francese), Prometeo (poema scritto nella esaltazione napoleonica), Beneficio ( poemetto scritto in occasione dell’incoronazione di Napoleone). La caratteristica emergente della personalità di Monti, è la sua frequente disponibilità a cambiare pensiero e andamento politico in un periodo rivoluzionario e napoleonico, già di per sé caratterizzato dal crollo di tutti gli equilibri e degli ideali politici e militari.

Bisogna però riconoscere che il poeta, dal carattere decisamente fragile, esprime una forma di coerenza relativamente al ruolo scelto per se stesso, al quale non viene mai meno: quello del poeta di corte, che rimane fedelmente legato ai principi del periodo cinquecentesco e seicentesco, strumenti con cui si fa fautore di un classicismo borghese italiano, valorizzando una cultura nazionale che si contrappone al neoclassicismo internazionale.

Ugo Foscolo: Il celebre poeta nasce a Zante nel 1778, ma dopo la morte del padre si trasferisce a Venezia, che sarà per lui la sua seconda patria. Qui si dedica alla frequentazione di salotti aristocratici e si lascia entusiasticamente coinvolgere dall’arrivo di Napoleone in Patria, tanto da arruolarsi nei Cacciatori a cavallo della nuova Repubblica cisalpina. Ben presto, però, la politica napoleonica lo delude e si trasferisce così a Milano. Con la caduta  di Napoleone, Foscolo sceglie l’esilio, piuttosto che abbracciare le idee politiche del nuovo regime. Muore così a Londra nel 1827 in estrema miseria.

Ugo Foscolo essendo un poeta di transizione tra il 1700 e il 1800, subisce l’influenza delle correnti letterarie presenti in quel periodo, ossia, l’Illuminismo, il Romanticismo e il Neoclassicismo. La sua prima formazione ha basi illuministiche, quindi abbraccia i principi del materialismo; ma l’animo di Foscolo colmo di sentimenti e passioni non si accontenta, avvicinandosi così ai principi neoclassici, prediligendo la compostezza e l’armoniosità  del genere classico. Si può, però, definire  un pre-romantico per i forti principi in cui crede, come il patriottismo, la giustizia e la libertà.

I temi preponderanti  del suo pensiero sono la patria e la morte. Foscolo non crede nell’esistenza di una vita ultraterrena, ma è convinto che le persone continuino a vivere nel ricordo che lasciano ai posteri. Oltre alla celebre fatica Le ultime lettere di Jacopo Ortis (1802), tra le le opere principali di Foscolo si possono ricordare: Poesie (1803), Dei Sepolcri (1807), Ajace (1809) Le Grazie (1812), Ricciarda (1813). Le opere foscoliane sono ricche di riferimenti alla mitologia classica e caratterizzate da un linguaggio complesso, solenne e ricercato, ricco di latinismi e grecismi. Le composizioni più care al poeta sono quelle classiche: il sonetto e le odi.

Ippolito Pindemonte: definito poeta “nitido e gentile”, malinconico e sentimentale, di origini veronesi, studia a Modena, dove riceve una educazione classica. Viene accusato a Roma di appartenere alla massoneria e per sfuggire a questa accusa, viaggia tanto, per tutta Europa. Vive vicino Parigi nel periodo della rivoluzione francese, insieme ad Alfieri: pur apprezzando gli ideali della Rivoluzione, il suo animo rimanda la sua attenzione alla contemplazione della natura e al desiderio di abbandono in essa. La sua poesia è colma di elementi neoclassici, pur affacciandosi al romanticismo. Muore nel 1828. La sua opera più famosa è senza dubbio La traduzione dell’Odissea.

Vittorio Alfieri: importante drammaturgo, poeta e scrittore italiano, nasce ad Asti nel 1749. Dalla personalità molto complessa, uomo di grande cultura, riceve una formazione classica. Scrive molte opere importanti, alternando tragedie a commedie.: tra le tragedie più famose si possono ricordare Antonio e Cleopatra (attribuisce ad Antonio tutto il proprio mondo interiore) e Saul. Il pensiero dell’Alfieri che è neoclassico soprattutto per l’idealizzazione costante dei personaggi e per la compostezza delle forme, si muove nell’eterno conflitto tra il bene e il male, la sofferenza psicologica e le sfaccettature degli istinti che vivono in un solo uomo.

Nelle sue ultime tragedie, infatti, i vari personaggi quasi scompaiono, per risolversi in uno solo, tormentato dalle proprie inquietudini. Tragedie come il Saul, dove queste caratteristiche emergono in maniera rilevante, possono essere definite tragedie psicologiche, dove il protagonista è uno solo, che vive in continuo conflitto con se stesso e i propri sentimenti. Alfieri evidenzia il conflitto regnante tra l’aspirazione dell’individuo ad affermarsi attraverso qualità sovrumane e la fragilità umana. Le tragedie dello scrittore riprendono il modello classico, ma l’autore cerca di arrivare a renderle chiare ed essenziali.

Il neoclassicismo letteratura: ideali

Una volta capito che cos’è il neoclassicismo e quali sono i massimi esponenti di questa corrente letteraria, vediamo quali sono i principi che ne ispirano le tecniche e gli stili. L’ideale estetico e l’ideale etico rappresentano il nucleo della letteratura neoclassica. Seguendo le orme si Winckelmann si può affermare che la bellezza ideale viene intesa come sintesi perfetta tra umano e divino, che può derivare solo dal controllo dei sensi e delle passioni. Francesco Milizia, celebre storico e critico d’arte a tal proposito scrive:

Bello ideale è la riunione delle parti più belle scelte dagli individui più belli. La natura non dà mai un  tutto perfettamente bello: frammischia sempre, fra le parti belle, altre meno belle, e anche delle brutte o per eccesso o per difetto. L’artista sceglie le più belle e ne fa un tutto compiutamente bellissimo. Questo è il bello ideale.

Lo scrittore neoclassico quindi, non riproduce mai meccanicamente la realtà, in quanto la bellezza assoluta non esiste, ma la descrive idealizzandola.

I letterati neoclassici abbracciano anche l’ideale etico di rettitudine morale, nella ricerca dell’equilibrio e armonia. Il razionalismo illuminista si è fatto fautore della consapevolezza della libertà naturale dell’uomo e della necessità insita nell’individuo di raggiungerla e conquistarla. Per tale raggiungimento è necessario combattere  e se la massa non è in grado di farlo, allora è necessario che ci sia qualcuno che combatta pagandone anche caro il prezzo.

Nasce quindi la figura dell’eroe, che da solo salva l’umanità, uomo retto con grandi valori etici. Tale eroe, che non è possibile riconoscere nella massa, viene collocato dai letterati dell’epoca, come presenza esistita nell’antichità, tramandata dai greci. Una figura ricca di valori, che libera dalla tirannia e dall’oppressione. Per questo motivo molti intellettuali credono in Napoleone, ma ne rimangono disillusi, quando conquista  il potere assoluto, abbattendo così il mito napoleonico, ma non il valore ideale conferitogli.

Neoclassicismo letteratura: mappa concettuale

I temi neoclassici che hanno caratterizzato l’arte in ogni sua forma, si ritrovano prepotentemente alla base della letteratura di quel periodo e come argomenti elevati alla massima potenza nelle composizioni letterarie dell’epoca. Si possono riassumere in questo modo:

  •  La bellezza che è  intesa come armonia del corpo e dello spirito: bellezza che dona equilibrio, serenità e  civiltà all’esistenza dell’individuo. La poesia e la scrittura  vengono  celebrate come strumenti capaci  di donare armonia e si identificano nell’anima che ha ritrovato la sua perfetta stabilità.
  •  L’amore che non viene più considerato come  solo sentimento,  ma passione estetica che eleva lo spirito.
  •  L’anima che si ingentilisce, si colma di grazia e di sentimenti amabili come la pietà, gli affetti verso i cari, verso gli amici, la cortesia e il buon gusto.
  •  La Patria che si arricchisce di energie superiori essendo predestinata a civilizzare l’umanità; viene esaltata come “stirpe eletta dal destino”,  eletta a svolgere una “missione di civiltà”, attraverso la creazione incessante di opere intellettuali.
  •  L’attività eroica che viene valorizzata e considerata  espressione dell’individuo attento all’idealità e come strumento per riempire il “vuoto” della vita.
  • La fama  che viene vista come “garanzia di sopravvivenza”, nel ricordo dei posteri, per chi non crede all’esistenza di una vita oltre la morte.
  • La sofferenza  dell’anima alla continua ricerca dell’ assoluto che viene esaltata come manifestazione di  una energica  spiritualità , con una costante aspirazione di voler evadere dalla vita quotidiana.