Pelle d’oca: vi siete mai chiesti perché la musica fa venire la pelle d’oca, soprattutto quando ascoltate la vostra canzone preferita? La scienza spiega cosa succede al nostro corpo.
Molte canzoni, soprattutto quelle che amiamo, hanno effetti non solo sulla nostra mente, ma ne hanno di tangibili e visibili sul nostro corpo. Quando ascoltate la vostra canzone preferita può capitare che la soddisfazione sia talmente forte da causare la piloerezione, ovvero quella che nel linguaggio comune chiamiamo pelle d’oca. Fisicamente avviene che i peli si alzino verso l’alto come conseguenza della contrazione di piccoli muscoli attorno alla base dei bulbi piliferi (molti peli infatti sono parte del sistema di ricezione sensitiva). Ad alcuni si aggiungono anche brividi lungo la schiena, vampate di calore e addirittura eccitazione sessuale.
Di solito, musica a parte questa è una reazione al freddo, di difesa in un momento di stress o paura, o in generale in relazione ad esperienze emotive forti; un meccanismo che abbiamo ereditato dai nostri antenati che permetteva una corretta regolazione corporea e che in caso di pericolo, proprio come tutti gli animali, li faceva sembrare più grandi e minacciosi.
La “pelle d’oca”, però, è anche collegata ad emozioni piacevoli, come appunto l’ascolto della musica, ed è legata al cosiddetto “percorso di ricompensa”. Mediante il rilascio di dopamina vengono attivate le stesse aree del cervello che ci danno piacere quando mangiamo o quando si assumono droghe. Questo neurotrasmettitore endogeno agisce inoltre sul sistema nervoso simpatico, producendo effetti come aumento della frequenza cardiaca, della pressione del sangue ed dell’eccitazione.
Secondo un gruppo di scienziati americani non tutti sono predisposti a questo fenomeno, ma solo i soggetti che hanno una connessione molto forte tra l’apparato uditivo e il sistema emozionale. Questa interazione è la base del piacere musicale e le persone che vanno oltre un brivido diretto hanno una connessione più forte. La sfera sensoriale ed emotiva può essere infatti molto soggettiva, ma la musica sembra essere la causa più diffusa.
La “pelle d’oca” può derivare anche dalla tristezza. Infatti diversi studi hanno dimostrato che questo fenomeno può essere legato anche a musiche che evocano una perdita o un ricordo triste. Non è altro che un ennesimo residuo evolutivo: l’angoscia relativa ad una separazione. Avete presente l’esperimento della “Frequenza dei ricordi”? Secondo alcuni scienziati pare che ci sia una sequenza di note in grado di stimolare i ricordi tanto da non riuscire a non commuoversi.
Un’altra causa di piloerezione e sensazioni collegate, è l’imprevedibilità del brano. Una buona connessione orecchio-cervello fa sì che quest’ultimo si aspetti che le melodie si risolvano secondo un certo schema e quando questo non accade il sistema nervoso autonomo potrebbe rilasciare dopamina quando la canzone ci stupisce. Questi studi scientifici sugli effetti del suono e della musica sul nostro corpo danno credito così ad una disciplina di comunicazione non-verbale che negli ultimi anni ha cominciato ed essere riconosciuta e rispettata: la musicoterapia.
Da un punto di vista scientifico essa viene definita come un ramo della scienza che tratta lo studio del complesso suono-uomo, sia il suono musicale o meno, per scoprire gli elementi diagnostici e i metodi terapeutici ad esso inerenti; mentre da un punto di vista terapeutico, la musicoterapia è una disciplina paramedica che usa il suono, la musica e il movimento per produrre effetti regressivi e per aprire canali di comunicazione che mettono in condizione il paziente di iniziare un processo di recupero e preparazione per la società.