Dopo 50 anni, il Monterey Pop Festival torna a far sognare. Una versione restaurata del film che ha immortalato il grande concerto del ’67 verrà proiettata a Bologna, nell’ambito della rassegna “Il cinema ritrovato”.

Monterey Pop Festival

copyright foto: Instagram @montereypop50

Il 23 giugno a Bologna, nell’ambito della rassegna Il cinema ritrovato, la piazza Maggiore verrà “incendiata” dalla visione del documentario Monterey Pop. Il film del regista D. A. Pennebaker non è altro che l’insieme delle riprese di uno dei concerti più memorabili della storia della musica: il Monterey Pop Festival. Svoltosi in California dal 16 al 18 giugno 1967, il festival ha inaugurato la Summer of Love americana. In quegli anni migliaia di giovani si ribellarono al clima di scontento e di desolazione che la guerra nel Vietnam aveva portato.

Gli hippie crearono un movimento portatore di pace, amore e libertà guidato da ideali di fratellanza e connotato da una ricerca spirituale che spesso prevedeva l’uso di droghe. La California, in particolare il quartiere Haight-Ashbury di San Francisco, fu scelto come cuore pulsante del movimento culturale; il concerto di Monterey dava inizio alla grande festa dei figli dei fiori, che due anni dopo culminerà nel concerto di Woodstock.

Io ero là per vedere com’era e capire come filmare un festival musicale, per la prima volta. Davo per scontato che ci sarebbe stata una sorta di arena che avrebbe ospitato l’evento, ma quello che trovammo fu una sorta di parco per le fiere agricole. Dovevamo costruire da soli il nostro palco, e, in realtà, l’intero layout del festival. E quando i trenta o quaranta gruppi musicali sarebbero arrivati e avrebbero cominciato a suonare, io avrei dovuto capire come filmarli

Per il regista Pennebaker non fu facile registrare l’evento in un tempo in cui le attrezzature non erano ancora adatte a filmare e registrare il suono. Così la troupe dovette costruirsi da sola delle telecamere che fossero in grado di lavorare bene, inoltre il registratore (appena inventato) poteva contenere solo 90 minuti di tracce sonore. A Pennebaker toccò l’arduo compito di scegliere quali tra gli artisti registrare. Una scelta che porterà a noi le performance più belle ed originali del festival di Monterey.

A salire sul palco furono quelli che sarebbero poi divenuti dei miti incontrastati della musica. Primo fra tutti Jimi Hendrix, che pochi giorni prima aveva suonato a Londra portando sul parco la title track di Sgt. Pepper’s Lonely Heart Club Band dei Beatles. A Monterey si è invece distinto per la sua performance incendiaria, ha dato infatti fuoco alla sua Fender Stratocaster. Un’altra grande icona della musica rock è stata immortalata in una delle sue performance più intense, Janis Joplin è salita sul palco cantando Ball & Chain come non aveva mai fatto prima. Così ne parla la regista Emy Berg, che ha diretto il documentario sulla vita della cantante:

Il palco era la sua cura, le performance dal vivo di Janis erano elettriche. Lì si lasciava andare, e la gioia e il dolore che liberava erano assolutamente inebrianti.

Ma nei tre giorni di festival ci furono davvero molti gruppi: i The animals, Simon & Gurfunkel, i Canned Heat, i Mamas and Papas e gli Who. Molto apprezzata fu anche l’esibizione del sitarista indiano reso celebre dai Beatles Ravi Shankar, che incantò la folla con la sue melodie orientali in chiave rivisitata.

Il Monterey Pop Festival fu il banco di prova per il successivo e più famoso festival di Woodstock; l’organizzazione non fu facile ma Lou Adler, John Phillips ed Alan Pariser ce la misero tutta per fare in modo che niente andasse storto. Nonostante un progetto impeccabile ci furono dei grandi assenti: ai Rolling Stones vennero negati i visti per entrare in America a causa dei problemi di droga di Mick Jagger e Keith Richards, e ai Kinks e a Donovan toccò la stessa sorte. Dionne Warwick decise di ritirarsi all’ultimo momento e Berry Gordy, boss della Motown, vietò a tutti i suoi artisti di partecipare. I The Doors vennero invece snobbati e Jim Morrison ne fu davvero mortificato, salire sul palco di Monterey significava contare qualcosa.

Per gustare e catapultarsi in quell’atmosfera surreale basterà partecipare ai 50 anni del festival di Monterey in piazza Maggiore a Bologna. “Love is a friendship set to music.