Libri motivazionali: cinque titoli che insegnano come affrontare il senso di sconfitta prendendola con filosofia. Da leggere soprattutto nei momenti difficili.

libri motivazionali

Questo 2016 si sta rivelando finora un anno pieno di grandi sorprese in diversi ambiti, regalando la rivalsa ad eterni perdenti e facendo conoscere il sapore amaro della sconfitta a chi era abituato a vincere. I primi indizi di un anno in controtendenza li abbiamo avuti nel cinema già a febbraio, con l’eterno sconfitto degli Oscar Leonardo Di Caprio che finalmente riusciva a prendersi la sua rivincita, proseguendo con i nostrani David di Donatello che hanno consacrato due film che proprio di perdenti ed emarginati trattano, come Non essere cattivo e Lo chiamavano Jeeg Robot.

Anche la sconfitta, però, può essere lì pronta a sorprendervi dopo un periodo di successi, bisogna sempre essere preparati ad incontrarla. E come accade in tanti ambiti della nostra vita, a venirci in soccorso c’è la letteratura: di seguito vi proponiamo cinque titoli che affrontano con prospettive diverse ma quasi sempre autoironiche, i momenti in cui ci si rende conto di aver perso. Perché in fondo perdere tocca a tutti prima o poi, ma farlo con stile lo rende tutta un’altra storia e ci fa comprendere che la rivincita è sempre dietro l’angolo.

Romanzo d’amore

Frédéric Beigbeder – L’amore dure tre anni

L’autore del dissacrante Lire 26.900 torna stavolta con un breve romanzo a cui bastano poco più di un centinaio di pagine per raccontare la nascita, evoluzione, svolgimento e (ineluttabile) fine dell’amore. O meglio di tutte le storie d’amore. Tempo stimato: tre anni. Non un giorno in più, né uno di meno. Per questo il protagonista vive con ansia malcelata e disincanto forzato l’arrivo del terzo anniversario con la sua Alice. Un libro pieno di cinismo e disillusione, di chi vive l’amore come una battaglia che non può che finire in tragedia, con la presunzione di sapere ormai già tutto in partenza, forte delle lezioni dell’esperienza. Ma ogni storia ha un proprio destino e chissà se questa volta a uscire sconfitto non sarà il romanticismo ma il cinismo del protagonista.

L’amore è una battaglia persa in partenza.

Romanzo Contemporaneo

David Trueba – Saper Perdere

Nella Madrid di oggi si incrociano le storie di tre protagonisti: Sylvia, Lorenzo e Leandro. Rispettivamente, figlia, padre e nonno di una famiglia in cui tutti sono accomunati dalla ricerca di un’identità vincente, ma il risultato a cui giungono i tre è lo stesso: in realtà bisogna saper perdere. Fra amori sbagliati, idee sbagliate e scelte sbagliate, l’unica cosa giusta è ricordarsi delle persone che abbiamo intorno a noi, che rendono meno amaro il sapore delle sconfitte che la vita ci riserva; sconfitte che in fondo possono essere il preludio alla vittoria più bella che magari ci aspetta dove non sospettiamo.

Certe volte penso che il cervello sia invidioso del cuore. E lo strapazza, lo prende in giro, gli nega quello che lui desidera, lo tratta come se fosse un piede o il fegato. E in questo confronto, in questa battaglia, chi perde? Il proprietario di entrambi.

Romanzo di formazione

Nick Hornby – Tutto per una ragazza

La storia di Sam, sedici anni, vive con la madre giovane e single a North London, è piena di forza e speranza e un invito a non darsi mai per vinti. La sfida che affronta il protagonista è superare la sorte beffarda che sembra accomunare i membri della sua famiglia, destinati a “inciampare sempre sul primo gradino”, fallire e sbagliare dal principio e poi passare il resto della loro vita a tentare di rimediare. Ne è la riprova la storia di sua madre, che lo ha avuto a sedici anni e ora alterna diversi fidanzati, uno più straziante dell’altro. Per questo di fronte alle sfide che gli riserva la vita in quell’età delicata che è il passaggio dall’adolescenza a un età più adulta si affida al conforto del suo eroe, Tony Hawk, il campione degli skater, uno che nella vita ce l’ha fatta. Fra delusioni e gioie, lacrime e risate, Sam imparerà ad accettare le piccole sconfitte della vita per arrivare a vincere le sfide più importanti. Una storia di formazione indimenticabile.

Quando sei in una buca devi smettere di scavare

Il saggio

Artur Schopenhauer – L’arte di insultare

Quando si perde la tentazione di chi non l’accetti con la massima sportività è quella di insultare l’avversario. Quando si vince, chi lo fa con superbia ha la tentazione di sbeffeggiare lo sconfitto. Per rispondere a entrambi i casi ci viene incontro uno dei massimi pensatori dell’Ottocento, che al pari di qualsiasi tecnica di attacco o difesa, rende l’insulto oggetto di studio. Benché solitamente associato a rozzezza e collericità, saper lanciare l’ingiuria all’indirizzo altrui implica in realtà una vera e propria arte. In questo volumetto edito dall’Adelphi troverete un insieme di insulti proferiti e scagliati con impertinenza contro tutto e tutti dal filosofo tedesco. Un’arte di insultare che viene insegnata direttamente con la pratica, per essere pronti ad emularla nel momento del bisogno.

Quando ci si accorge che l’avversario è superiore e si finirà per avere torto, si diventi offensivi, oltraggiosi, grossolani, cioè si passi dall’oggetto della contesa al contendente e si attacchi in qualche modo la sua persona. Questa regola è molto popolare poiché chiunque è in grado di metterla in pratica e viene quindi impiegata spesso

L’outsider

Santiago Gamboa – Perdere è una questione di metodo

Protagonista di questo indefinibile giallo, un po’ noir un po’ commedia, è Victor Silanpa, giornalista che per arrotondare di secondo lavoro fa l’investigatore privato. E così si ritrova spesso in situazioni più grandi di lui, dove però non lesina impegno e caparbietà, attaccando a testa bassa contro i mulini a vento, indagando, interrogando e cacciandosi in qualche guaio. Uno sgangherato Don Chisciotte della cronaca nera ci regala un susseguirsi di avventure e incontri con personaggi memorabili, dove alla fine della battaglia riuscirà ad ottenere un briciolo di giustizia, ma niente cambierà davvero. Un elogio alla filosofia del non arrendersi malgrado tutto, immerso nel fascino di una Bogotà che per una volta non ci viene presentata solo come la patria dei narcotrafficanti e che fra le sue ferite interne nasconde mali che ricordano capitali molto vicine a noi.

Ho imparato che il destino non si regala. Che bisogna lavorarselo, lottare per cambiarlo. Se uno non va in giro a cercarlo, quello non arriva, ma quando arriva, è per restare.

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