La notte degli oscar 2016 è passata, in una cerimonia come sempre spettacolare ed emozionante, che al di là dei pronostici, ha saputo riservare comunque qualche colpo di scena. Ecco cosa è successo in dieci punti.

la notte degli oscar

 

1.Innanzitutto, questa verrà ricordata come una delle edizioni più white degli ultimi anni. La mancanza di attori di colore fra i candidati ha fatto molto discutere e la stessa Academy è sembrata non sapersi far scivolare del tutto la polemica addosso. Un Chris Rock sempre irriverente ha tentato di stemperarla ironizzando spesso sull’argomento, ma forse proprio questo eccessivo parlarne ha finito per darle un’eccessiva rilevanza e far diventare razzisti anche i neri stessi.

2.Finalmente Leonardo DiCaprio ce l’ha fatta! l’Oscar come Miglior Attore Protagonista è finalmente suo, a riconoscimento di una prova attoriale che lo ha sottoposto in primis ad un grande sforzo fisico, in una sfida fra uomo e natura che ha coinvolto tutta la troupe. Nel suo discorso di ringraziamento ha posto l’accento proprio sul problema ambientale, che si è palesato nelle difficoltà del trovare scenari innevati per continuare le riprese, e sulla qualità dei suoi compagni di lavoro, fra tutti l’amico Tom Hardy e il regista Inarritu.

3.Mad Max: Fury Road è tecnicamente il miglior film dell’anno; l’opera di George Miller ha infatti fatto incetta di quasi tutte le statuette assegnate per le categorie tecniche: Miglior montaggio, Miglior montaggio sonoro, Miglior sonoro, Migliori effetti speciali, Migliore Scenografia e Miglior Trucco.

4.Assegnando il premio come Miglior Film a Il Caso Spotlight, l’Academy ha dimostrato di voler porre l’accento sulla piaga sociale della violenza e della pedofilia (vedi anche l’intervento del vicepresidente americano Joe Biden), scegliendo una pellicola però non eccezionale sul piano formale, in confronto agli eccelsi e visionari Revenant e Mad Max. Insomma più che la qualità cinematografica nella sua essenza si è scelta quella del messaggio sociale, anche se trasmesso in maniera forse un po’ troppo semplice e diretta rispetto ai messaggi più velati nascosti negli altri due film appena nominati, che elevano la forza della resistenza e del riscatto personale all’ennesima potenza.

5.Emozionante la statuetta al maestro Ennio Morricone (che ha fatto sorridere esordendo con un “buonasera signori” in italiano), accolto dalla standing ovation del Dolby Theatre, che conferma l’apprezzamento per il compositore italiano, già premiato qualche anno fa con l’Oscar alla carriera, ma che stavolta, alla sesta nomination, ottiene il riconoscimento per la Miglior Colonna Sonora. Il Mozart moderno – come lo ha definito Tarantino – ha fatto fare una gran figura a tutto il nostro paese, dimostrando una grande eleganza nell’elogiare per primo l’altro grande maestro in sala John Williams, candidato per Star Wars: Il risveglio per la forza. L’altro bel riconoscimento per i nostri colori è stato il ricordo del grande Ettore Scola durante l’ In memoriam, accompagnato dalle note di Black Bird nell’emozionante performance di Dave Grohl.

6.Emmanuel Lubezki è un maestro della fotografia: nessuno era mai riuscito a vincere tre Oscar consecutivi in questa categoria; “El Chivo” ci riesce grazie al suo splendido lavoro su Revenant, dopo i successi con Gravity nel 2014 e Birdman nel 2015. Riuscire in certi piani sequenza fra le montagne innevate richiede qualità fuori dall’ordinario. Insieme a lui replica la doppietta dello scorso con la Miglior Regia Inarritu.

7.Le categorie femminili hanno messo in evidenza il nuovo che avanza, con i premi come Miglior Attrice protagonista a Brie Larson e come Miglior attrice Non Protagonista a Alicia Vikander, entrambe convincenti nel sostenere due interpretazioni di livello che da sole trascinano i loro film, rispettivamente Room e The Danish Girl.

8.La Pixar torna a trionfare nella categoria Miglior Film d’Animazione con il grande successo Inside Out, che ha il merito di porre in evidenza l’importanza della tristezza come passaggio necessario nella crescita di ognuno di noi, ricordando come la felicità sia sempre pronta a tornare. Un bel messaggio da insegnare ai bambini e da ricordare agli adulti.

9.Due nuovi paesi entrano per la prima volta fra i premiati dall’Academy: l’Ungheria, con Il Figlio di Saul, che bissa il successo ai Golden Globe come il Miglior Film Straniero; e il Cile, con l’Oscar a Bear Story per il Miglior Corto D’animazione.

10.La grande sorpresa e delusione per molti fan è stata la mancata assegnazione dell’Oscar come Miglior Attore Non Protagonista all’amato Sylvester Stallone per la sua interpretazione in Creed, riconoscimento andato invece a Mark Rylance per il ruolo della spia sovietica ne Il ponte delle spie. Va ammesso che probabilmente è stata fatta la scelta giusta, ma è davvero un peccato non aver potuto assistere a quel che sarebbe successo in sala e sul palco nel caso la statuetta fosse andata a Sly.

Speriamo l’anno prossimo di tornare a vedere in nostri colori maggiormente protagonisti, visto che quest’anno il candidato italiano Non essere cattivo non è riuscito a entrare fra i nominati. Inoltre ci auguriamo di trovare nel 2017 una gestione migliore dei tempi e della collocazione dei vari riconoscimenti: quest’anno più che in altri è sembrata evidente la volontà di tenere gli spettatori incollati allo schermo fino all’ultimo, lasciando i premi più attesi nel finale, (emblematica l’assegnazione al Miglior Attore come penultimo premio, puntando sull’appeal della rincorsa all’Oscar di Di Caprio) a discapito però della giusta rilevanza data ai premiati, in una corsa finale per rimanere nei tempi programmati.

La notte degli Oscar 2016