Julieta recensione: il film di Almodovar è bello e racchiude tutto ciò che di emozionante si può trovare in un film, senza patetismi o melodrammi. Peccato, però, per la regia…
Esisti solo tu. La tua assenza riempie totalmente la mia vita e la distrugge
Ingredienti:
• Emma Suárez: Julieta
• Adriana Ugarte: Julieta giovane
• Priscilla Delgado: Antía bambina
• Blanca Parés: Antía adolescente
• Daniel Grao: Xoan
• Inma Cuesta: Ava
• Darío Grandinetti: Lorenzo
• Rossy de Palma: Marian
• Susi Sánchez: Sara
• Pilar Castro: Claudia
• Joaquín Notario: Samuel
• Nathalie Poza: Juana
• Mariam Bachir: Sanaa
Almodovar mette sul tavolo tutti ingredienti di prima qualità, Julieta è un film che ha tutto, quasi tutto. Una storia articolata che attraversa il tempo, che incrocia passato e presente, incrocia generazioni di genitori e di figli. Una struttura narrativa forte che usa sapientemente la tecnica del flashback, una scrittura fluida che mette lo spettatore davanti a improvvisi cambi di direzione emozionali, senza mai eccedere nel melodramma.
Un percorso emotivo itinerante conteso tra Madrid e la Spagna, intesa come insieme di luoghi in cui tornare e da cui scappare. Tutto è ben calibrato, anche i personaggi secondari sono sempre coerenti con il racconto, giusti come le spezie che danno il tocco in più a un grande piatto. Un lavoro sull’assenza e sulla perdita, sull’inesorabile che la vita pone sul cammino di tutti noi, sulle fragilità che i sentimenti possono far esplodere anche dopo anni, senza preavviso. Dispiace che la regia non sia all’altezza, questa volta, di presentare in modo soddisfacente una bella sceneggiatura.
Almodovar sembra volersi tenere sempre un po’ in disparte, scegliendo una linea espressiva minimale e naturalista. Anche le incursioni cromatiche sono frenate, come se scegliesse una forzata maturità visiva al servizio di una messa in scena laica e rigorosa, avida di personalismi, assente e timida nei movimenti di macchina e nella scelta delle inquadrature. Non osa, è fin troppo rispettoso dei suoi attori, bravissimi, non li esalta.
Un film incompiuto, dove a tratti si rivede per un attimo la grandezza di “Tutto su mia madre” di cui Julieta riprende certe tematiche care al regista. Servite in recipienti di bronzo ricoperti di terracotta decorati con motivi floreali colorati dipinti a mano.