Film tratti da libri. Tra pagina e schermo, come anche grazie al cinema alcuni titoli degli anni ‘90 sono già dei classici.
Lei conoscerà sicuramente la storia delle due capre che stanno mangiando le bobine di un film tratto da un best-seller e una capra dice all’altra: personalmente preferisco il libro
Il grande Alfred Hitchcock sintetizzava così il rapporto fra libri e cinema, lui che da buoni romanzi aveva saputo trarre grandi pellicole era però il primo a enfatizzare le differenti e maggiormente personali emozioni che la letteratura potesse suscitare. Dall’altra però non voleva far dimenticare come il grande schermo potesse essere il veicolo ideale per rendere celebre se non addirittura immortale un grande libro. Di seguito vi elenchiamo quindi un Settebello di titoli usciti fra gli anni 90 e gli inizi degli anni 2000 che in meno di un ventennio sono già diventati dei classici contemporanei.
Trainspotting (1993) – L’opera che ha dato celebrità allo scozzese Irvine Welsh, rendendolo un’icona della letteratura contemporanea, contraddistinto da uno stile crudo e diretto che non si fa mancare appoggi dal linguaggio gergale, per una discesa fra gli inferi della dipendenza da eroina e della desolazione delle periferie di quattro ragazzi di Edimburgo, in un racconto corale di un’intensità unica. Nel 1996 Danny Boyle ne dirige il film, ergendone a protagonista il solo Rent Boy (Ewan McGregor) e sfornando una pellicola comunque all’altezza per un film divenuto un vero e proprio cult.
Fight Club (1996) – Il libro che ha lanciato, all’esordio, il controverso Chuck Palahniuk fra gli autori più letti della letteratura americana, storia del disagio di un uomo qualunque che si trasforma in psicosi e violenza, per un romanzo ricco di citazioni memorabili e attimi indimenticabili, per una delle più forti critiche al consumismo della società moderna. Scritto quasi come provocazione in risposta al rifiuto di alcuni editori per il suo primo romanzo Invisble Monsters, contiene tutta la rabbia e l’alienazione figlie del dio denaro. Il film di David Fincher del 1999 è divenuto un’altra opera di culto che ha dato grande notorietà al romanzo stesso (grazie anche alle due grandi interpretazioni di Brad Pitt ed Edward Norton), di cui ricalca abbastanza fedelmente scene e dialoghi ad eccezione di un finale leggermente modificato .
About a boy (1998) – La penna del londinese Nick Hornby firma uno dei romanzi più venduti nella storia dell’editoria britannica, raccontandoci la storia di un trentenne nullafacente che nella vita si è sempre solo preoccupato di gestire e godersi al meglio la fortuna ereditata dai diritti di autore di una canzoncina natalizia scritta anni prima dal padre. Durante l’inseguimento della sua ennesima conquista amorosa, l’incontro con un adolescente problematico cambierà la sua vita, facendolo lasciare l’isola emotiva su cui aveva scelto di vivere aprendosi ai rischi degli affetti. Il film del 2002 diretto dai fratelli Weitz e con protagonista Hugh Grant ha ottenuto un più che discreto successo, ricevendo la candidatura agli Oscar per la miglior sceneggiatura non originale.
Mystic River (2001) – Ennesimo romanzo capolavoro di Dennis Lehane, autore che ha regalato al cinema più di un suo romanzo, in questa storia tocca una delle sue vette più alte. Tre ragazzi di Boston crescono insieme, con un episodio in particolare che segna la loro crescita, prendendo così da adulti strade diverse, che però torneranno ad incrociarsi in una fitta trama di dolori, sensi di colpa e sospetti, che non risparmierà nessuno. Nel 2003 Clint Eastwood ne dirige la magistrale trasposizione cinematografica, con un cast eccelso (valse l’Oscar a Sean Penn e Tim Robbins) che rende magnificamente la suspense e la drammaticità della storia.
Io non ho paura (2001) – Nello stesso anno è uscito in Italia uno dei libri più celebri di Niccolò Ammaniti, scrittore poliedrico che riesce ad alternare storie drammatiche a romanzi grotteschi, ma che ha nella sensibilità di scrittura una delle sue migliori doti, riesce a trasportarci negli inquietanti ambienti della criminalità fra le campagne del sud, con la dolcezza del protagonista di nove anni che ne filtra e mitiga gli orrori, per un racconto che è un inno all’innocenza e all’amicizia. Nel 2003 Gabriele Salvatores ne traspose con successo la storia, con fra gli altri un Abatantuono in un’insolita veste di cattivo, vincendo due David di Donatello e presentato dall’Italia agli Oscar per concorrere come miglior film straniero.
La 25° ora (2001) – Praticamente l’unico romanzo di David Benioff, narra le ultime ventiquattro ore di uno spacciatore newyorkese prima di essere rinchiuso in carcere. Nell’arco di questa giornata verranno alla luce diverse verità che lacereranno l’animo del protagonista per una storia di grande forza emotiva. Il romanzo è sicuramente buono, ma il film del 2002 di Spike Lee, co-scritto dallo stesso Benioff, raggiunge vette più alte, portandogli una fama che altrimenti difficilmente avrebbe aggiunto e regalando al suo autore una prolifica carriera da sceneggiatore ad Hollywood.
Gomorra (2006) – A dieci anni dalla sua uscita in libreria (dove ha superato I dieci milioni di copie vendute nel mondo di cui due milioni e mezzo solo in Italia) è divenuto un simbolo di tutto il marcio che si nasconde sotto tante false verità in Italia. Roberto Saviano ha pagato il coraggio di scoperchiare questo vaso di Pandora made in Italy con una vita sotto scorta ma anche con una celebrità internazionale che lo ha reso una delle voci più rispettate del mondo giornalistico malgrado la giovane età, infatti appena ventisettenne ai tempi della prima pubblicazione del romanzo. Ancor prima di divenire una delle serie italiane di maggior successo nel mondo, nel 2008 Gomorra è uscito al cinema per la regia di Matteo Garrone, ottenendo riconoscimenti sia in Italia che all’estero, vincendo fra gli altri il gran premio della giuria a Cannes.