Fai bei sogni film: abbiamo visto in anteprima Fai bei sogni, il film di Marco Bellocchio, ispirato all’omonimo romanzo di Massimo Gramellini. In uscita il 10 novembre nelle sale italiane.
L’opera di Gramellini è stato uno dei più grandi successi editoriali degli ultimi anni e trasporla sul grande schermo sembra una mossa commercialmente azzeccata. La storia di Fai bei sogni segue nei fatti e negli affetti le vicende narrate nel libro autobiografico dello scrittore, che ruota intorno alla perdita della madre in età infantile e al mistero che sembra circondarne la morte. La conflittualità e drammaticità del ruolo materno sembra d’altronde un argomento caro al regista Marco Bellocchio, che già nella sua prima opera, I pugni in tasca, datata 1965, raccontava la morte di una madre, anche se in quel caso per mano del figlio.
Fai bei sogni: la trama
Qui invece siamo agli antipodi: il protagonista Massimo vive un legame strettissimo con la madre, ragion per cui trascorre tutta la propria vita a cercare di negare il dolore di questa perdita. Fino al giorno in cui trova il coraggio per affrontarlo e superarlo grazie anche all’incontro con Elisa, donna che con la sua sincerità lo spingerà ad affrontare le verità. Il film, quindi, procede fra passato e presente, alternando sullo schermo i momenti cruciali della vita del protagonista.
Fai bei sogni il film
A reggere buona parte del film sulle proprie spalle è la recitazione di Valerio Mastrandrea, qui totalmente a suo agio nel ruolo di un uomo introverso, al limite dell’atarassia, di cui, con la sua aria sempre un po’ burbera, veste i panni a pennello. L’unica emozione a smuoverlo e turbarlo è il ricordo della madre e del lutto mai superato, che arriva a causargli anche attacchi di panico, con conseguente “tachicardia parossistica” come diagnosticata da lui stesso in una battuta del film.
Il protagonista è, infatti, un giornalista e tende a usare talvolta parole più ricercate, ma il grande merito di Mastrandrea è saper raccontare l’animo e i sentimenti del suo personaggio più che con le parole, attraverso espressioni, sospiri e sguardi. L’altra figura a spiccare è l’esordiente sul grande schermo Barbara Ronchi, già affermatasi invece sulle scene teatrali. Il teatro sembra dimostrarsi una scuola eccellente, vista l’ottima interpretazione della madre del protagonista che l’attrice ci restituisce, esprimendo egregiamente gli sbalzi emotivi, figli dei tormenti nell’animo della donna.
La recensione di Fai bei sogni
Il film presenta, però, qualche pecca. La regia di Bellocchio è buona, ma sembra non andare oltre il compito da svolgere. La sceneggiatura, firmata dallo stesso Bellocchio con l’ultimo premio strega Edoardo Albinati insieme a Valia Santella, sembra appoggiarsi a una presupposta conoscenza del libro più di quanto loro non dichiarino nelle intenzioni. Ci sono alcuni buchi importanti con tagli che lasciano intuire ma non esprimono. L’andamento del film sembra quasi corteggiare la bontà cinematografica senza mai conquistarla davvero. Le altre attrici Berenice Bejo e Miriam Leone, così come Guido Caprino e Roberto Herlitzka offrono prove dignitose, ma troppo poco lavorate per poter ottenere un risultato che resti impresso.
Così la storia scivola via sbandando in diversi punti. A restare suggerita non è solo la verità – che dovrebbe portare a un colpo di scena finale che tale non risulta anche se non si fosse letto il libro – ma anche la qualità del prodotto. Ci si ritrova alla fine della visione con la sensazione di essere stati a una cena in un ristorante, il cui menù prometteva bene, ma da cui non ci si è alzati sazi. Il film verrà distribuito in trenta diversi paesi e si presenta come quello che dovrebbe essere un fiore all’occhiello per il nostro cinema d’autore, ma probabilmente il suo eventuale successo si baserà più sulla notorietà del libro di cui porta il titolo, che sul passaparola.
Alcune scene del film
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