Concussion: un intenso Will Smith per un dramma forse troppo americano. Il 21 aprile uscirà nella sale italiane il nuovo film con Will Smith, protagonista di Zona d’ombra; noi di Cheeky ieri siamo stati all’anteprima del film e vi raccontiamo le nostre impressioni.

concussion

 

 

La storia

Nel 2009 la scrittrice e giornalista Jeanne Marie Laskas pubblica su Gq l’articolo “Game Brain” destinato a mettere sotto i riflettori un argomento che porterà non poche polemiche negli Stati Uniti. Tratta la storia del medico nigeriano Bennet Omalu, un coroner di Pittsburgh che per la prima volta dichiara apertamente come il football americano abbia sugli atleti conseguenze a lungo termine a livello cerebrale, dopo che la commissione di medici dell’Nfl ne aveva sempre negato ogni possibile legame diretto.

Il film

“L’importante è arrivare alla fine della partita” Iron Mike Webster

Il regista Peter Landesman (già avvezzo a film che mettono in dubbio l’onestà di certi sistemi americani come La regola del gioco e Parkland) prendendo spunto da quell’articolo, sceglie di raccontare la storia vera del dottor Omalu e le conseguenze personali della sua lotta per la verità contro uno dei sistemi e degli apparati più potenti d’America. Tutto ha inizio quando sul tavolo delle autopsie del giovane patologo arriva il cadavere di Iron Mike Webster, uno dei più grandi giocatori nella storia dell’NFL. Il coroner sostiene che “per capire la loro morte devi capire come sono vissuti” e indaga a fondo il corpo della vittima, fino al cervello, dove scopre che la demenza e la pazzia che lo hanno portato alla morte sono una conseguenza diretta di tutti i trauma cranici subiti durante la sua carriera sportiva. Altri atleti inizieranno a manifestare gli stessi sintomi che porteranno ai conseguenti decessi, spingendolo a intraprendere una lotta impari per far emergere la verità, con ripercussioni che rischieranno di schiacciarlo sotto il peso sproporzionato degli affari rispetto alla morale.

Davide contro Golia

La storia segue lo schema conosciuto della lotta del piccolo Davide contro Golia, la verità del giusto contro il dio denaro. Dichiarare apertamente una verità così scomoda, mettere in discussione lo sport più seguito d’America, porterà nella vita del dottor Omalu una serie di continue difficoltà che stravolgeranno la sua esistenza. Il film pone l’accento sula forza del protagonista che nonostante tutto continuerà a lottare, lasciandosi forse in parte piegare ma mai spezzare, da un colosso troppo grande per un signor nessuno agli occhi sia del popolo sportivo sia dei potenti americani.

Il solito patriottismo americano

Il sottotitolo del film potrebbe essere “la voglia di essere americani”. Ad essere continuamente esaltato, in maniera a tratti un po’ stucchevole, è lo status di americano e il patriottismo tipico degli States. Il dottor Omalu racconta di come ai tempi della sua vita in Nigeria sognasse di venire in America, luogo da lui considerato come il più vicino al Paradiso “dove Dio faceva vivere le sue creature preferite”. In un altro colloquio con il dottor Julian Bailes (interpretato da un bravo Alec Baldwin) il dottore nigeriano dichiara “voglio solo che tutti sappiano la verità” si sente rispondere con una risata “sei in America”. Insomma, come spesso accade in certe pellicole d’oltreoceano, emerge fortemente il nazionalismo americano.

Il giudizio finale

Nel complesso il film scorre, con Will Smith che regala un’interpretazione di grande intensità. Ad accompagnarlo un buon cast di comprimari, dal già citato Alec Baldwin alla bella Gugu Mbatha-Raw, con in più la presenza di attori come David Morse e Luke Wilson. La narrazione però, si perde a volte in momenti che invece di aumentarne la drammaticità, la rallenta. Merita, in ogni caso, di essere visto, poiché come tutti i film d’inchiesta aiuta a mettere in luce argomenti troppo spesso sepolti sotto il peso di interessi più grandi. Voto 6.

Concussion – Zona d’ombra