La poesia di un pianoforte
di Redazione
11/08/2015
Avete mai provato quel brivido lungo la schiena, quando un assolo di pianoforte spezza il suono della voce e imponente affronta le note, con quel sapore romanticamente retrò e selvaggio che solo una tastiera esprime? Ecco, quando ti capita di ascoltarlo, quel brivido non te lo togli più dalla testa, ti rimane a fior di pelle per giorni ed ogni volta che ti torna in mente riprovi quella sensazione di benessere, che ti rende una drogata, volendone ancora...si, giuro, ancora un po'.
Ecco perché sono giorni, da quando per caso sono capitata nella pagina Facebook di Davide Locatelli, che non riesco a togliermi dalla mente quel ragazzino biondo, tatuato e con i capelli lunghi, che doma il pianoforte come fosse una proiezione della sua anima. Suona come un secchione da conservatorio, ma lo stile è quello di un'artista maledetto, che usa la musica per calmare i mostri interiori. Per non implodere, insomma.
La particolarità? Riesce a far diventare orgasmica anche "Sole, cuore, amore", che niente a togliere alla canzone, ma beh..insomma ci siamo capiti. È un talento, di quelli veri, che deve la magia che sprigiona dalle mani alla severità di un padre che gli ha insegnato non solo un mestiere, ma anche la capacità di ipnotizzare le orecchie umane come un pifferaio magico. Se ha successo non lo so, ma guardando i numeri della sua pagina social, mi pare di non essere l'unica ad amare quello che fa.
Esagerata? Vedere per credere, ma se poi diventate delle drogate non dite che non vi avevo avvisato!
https://youtu.be/L-z6sRfog2ECopyright foto: Facebook/Davide Locatelli Official
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