Shia LaBeouf telefono. L’attore permetterà ai suoi fan di telefonargli in diretta streaming per parlare come se fossero vecchi amici. Ecco il numero.

Shia LaBeouf telefono

Shia LaBeouf Did It Again. Chi non ha mai sognato di entrare in possesso del numero di telefono di una star? Quel momento è arrivato: dal 10 al 13 dicembre 2015, per quattro giorni consecutivi, dalle 11 alle 18, digitando +44 (0)151 808 0771 si potrà chiamare direttamente l’attore hollywoodiano.

Il suo nuovo progetto #TOUCHMYSOUL, fruibile in live streaming via http://www.touchmysoul.net, consiste in una conversation broadcast che potrà essere ascoltata dal mondo intero, quanto meno dal World Wide Web, a cui prendono parte anche i suoi collaboratori, Nastja Sade Ronkko e Luke Turner, che chatteranno anch’essi con gli interlocutori.

Si tratta di un esperimento che rompe quella barriera tra celebrity e pubblico, quella distanza irraggiungibile tra vip e fan, in un rapporto colloquiale, relazionandosi a tu per tu,“spogliandosi” della maschera dei ruoli imposti, con l’auspicio di raggiungere qualcosa di intimo, tanto da “toccarsi l’anima”.

#TOUCHMYSOUL prende parte alla mostra collettiva dal titolo Follow, aperta ai visitatori con ingresso gratuito dall’11 dicembre 2015 al 21 febbraio 2016 presso la FACT (Foundation for Art and Creative Technology) di Liverpool. L’assunto di fondo dell’esibizione è come ci comportiamo online quando siamo sotto gli occhi di tutti, in questa sorta di Grande Fratello virtuale che sono i social media e di come ci mettiamo in vetrina in veste di “prodotti” che devono essere like-ati, follow-ati, edit-ati, delete-ati per mezzo di un semplice click.

Nelle parole di Amy Jones, co-curatrice di Follow con Lesley Taker: “La fama non è più un sogno a cui aspirare e le celebrità non sono più create sullo spazio esclusivo del red carpet ma dal nostro feed su Twitter o sulla nostra bacheca di Facebook”. Quindi, una carrellata di esperienze/visioni sull’identità, la condivisione e l’hype all’epoca dell’internet.

 Tornando al nostro, Shia LaBeouf non è nuovo al mondo della performance art. Nel novembre 2015, è stata la volta di #AllMyMovies, una maratona consecutiva di 72 ore corrispondente alla sua filmografia completa (29 film) in ordine cronologico inverso: il pubblico era invitato con ingresso libero a guardarla alla presenza dell’attore, le cui reazioni venivano trasmesse in live streming online. Per Labeouf è stata un’esperienza rivelatoria indefinibile, al termine della quale si è ritrovato a camminare in strada, sorridendo come un cartone animato.

Nel febbraio 2014 alla 66esima Berlinale, dopo aver abbandonato la conferenza stampa di Nymphomaniac di Lars Von Trier, si è presentato sul red carpet in smoking ma con un sacchetto di carta sulla testa (da cui si intravedevano soltanto gli occhi), recante la scritta “I’m not famous, anymore”, slogan che imperversava sul suo Twitter da giorni, preannunciando un fantomatico ritiro dalla vita pubblica che non ha avuto seguito.

Quello stesso sacchetto che indossava nell’installazione artistica #IAMSORRY, che lo vedeva seduto a tavola in una piccola stanza vuota della Steven Cohen Gallery di Los Angeles, dando il permesso ai fruitori di accedere uno per volta, dicendogli ciò che pensavano realmente di lui e facendogli ciò che volevano mentre sarebbe rimasto fermo in silenzio; salvo poi sostenere di essere stato molestato da una donna nel giorno di San Valentino, senza però sporgere denuncia. Ironia della sorte, visto che alla domanda del Guardian circa la sua decisione di immergersi nel mondo dell’arte, Labeouf rispondeva: è una voglia animalesca di esprimere l’amore che non posso esprimere nel cinema”. Forse è stato preso un po’ troppo alla lettera.

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