Abbiamo letto Il boss e Martina, il libro di Riccardo Persano edito dalla casa editrice indipendente Eretica Edizioni. Uno scritto leggero e contemporaneo, da leggere tutto d’un fiato.

Se c’è una regola che la generazione 2.0 ha ben chiara è che il mondo del lavoro può essere una giungla, dove il maschio alfa impone il suo predominio su chi, sebbene mosso dalla passione, è costretto a soccombere come un cucciolo rifiutato dalla madre. La sopravvivenza è agli stadi primordiali e se sei una donna, piacente e di talento, affermare la propria personalità può diventare una missione impossibile. Dicono che il sesso debole sia discriminato perché l’emotività è sempre pronta a prendere il sopravvento, ma quello che non tutti capiscono è che al contrario, mostrare attributi più grandi di chi è abituato a comandare può rivelarsi una mossa addirittura seducente.

Questa è la storia di Martina, una stagista che con tutte le sue forze ci prova ad emergere in un branco di lupi al comando della FuturaComunicazione S.r.l, un’azienda di comunicazione, che è piuttosto un bażàr che fornisce servizi di tutti i tipi, purché siano ben pagati e fruttino al “capoccio” gloria e soddisfazioni. Al comando del branco un giovane rampollo raccomandato, che si atteggia a leader di un mondo fatto di lustrini, maschilismo e apparenza, sempre pronto all’umiliazione gratuita, quasi fosse il primo dei servizi che la sua azienda è pronta ad erogare. Persa in una mare di faccende che non mettono in risalto le sue brillanti capacità, Martina prova a boccheggiare in quel letame placcato oro, fino ad arrivare alla resa dei conti.

Il tema è contemporaneo, nessuno meglio di Riccardo Persano è in grado di descrivere un ambiente come quello del marketing e della comunicazione, avendo lavorato per anni nel campo. Così il racconto diventa scorrevole, l’empatia con la protagonista diventa un processo praticamente automatico per il lettore, che un po’ vorrebbe consolarla, un po’ spronarla a reagire. Si lavora per vivere o si vive per lavorare? La domanda è più che mai attuale, soprattutto per la generazione 2.0, che per inseguire i propri sogni e realizzarsi deve imparare, spesso e volentieri, a nuotare nelle sabbie mobili dell’arrivismo e dell’ambizione priva di virtù. Il tema è serio, ma il linguaggio è fresco, semplice, attuale. Leggi e ti ritrovi in quell’azienda fredda ma cool, giovane ma dalla mentalità medievale, dove tette e fondoschiena sono il miglior curriculum da presentare e la legge del più forte vige sovrana. Come finisce? Com’è giusto che sia, con un colpo di scena doveroso ma anche un po’ scontato. Da leggere tutto d’un fiato. Lo trovate qui.