Lil Wayne ricoverato d’urgenza in ospedale a Chicago, a seguito di attacchi violenti e ripetuti di epilessia che lo hanno costretto ad annullare il concerto in programma a Las Vegas.

lil wayne ricoverato

Ricoverato per attacchi di epilessia il rapper Lil Wayne. © Instagram Lil Wayne

Momenti di apprensione per il rapper Lil Wayne ricoverato d’urgenza a Chicago, dove è stato rinvenuto in stato di incoscienza nella sua camera d’albergo, a causa di una serie di attacchi epilettici, da cui è stato violentemente e ripetutamente colpito la notte scorsa. Dopo il ritrovamento il cantante è stato trasportato immediatamente in ospedale, dove è stato colpito da un’altra crisi che lo ha costretto a cancellare l’esibizione in programma a Las Vegas, nonostante i vani tentativi del suo staff di farlo dimettere per tempo, in maniera tale da non fargli perdere lo spettacolo. I medici, però, valutate le serie condizioni di salute di Wayne, si sono rifiutati di accordare il permesso per poter effettuare un monitoraggio completo e accurato del suo stato fisico.

In realtà il cantante sono anni che lotta contro questa terribile malattia e non è questo il primo caso di crisi epilettica violenta purtroppo per lui: memorabile la crisi che lo aveva colto durante un volo aereo e anche in quel frangente, Lil Wayne aveva rischiato davvero tanto. Già in passato aveva dovuto cancellare dei concerti, in diverse città tra cui la stessa Las Vegas.

“La cattiva notizia è che soffro di epilessia – affermava il cantante nel 2013 a seguito di un’altra violenta crisi che lo portò quasi alla morte – e sono soggetto a vere e proprie crisi. Insomma questo non è il primo, secondo, terzo, quarto, quinto, sesto o settimo attacco, anzi ho avuto un bel po’ di crisi, semplicemente prima di oggi nessuno ne aveva mai avuto notizia. Questa volta, però, è stato veramente brutto perché ne ho avute tre di fila e alla terza il battito cardiaco è crollato del 30%. Insomma, avrei potuto morire ecco perché la situazione s’è fatta così seria. Le ragioni di quest’attacco è stato semplicemente una questione di stress, nient’altro, a causa di un carico troppo alto di lavoro.”