Liberia 10 Ottobre 2017: una data storica per questo Paese che si è recato alle urne per eleggere il nuovo presidente che prenderà il posto di Ellen Johnson Sirleaf, la Presidente simbolo di democrazia e legalità.

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Lo scorso 10 Ottobre al termine di una tormentata campagna elettorale, la Liberia, uno dei paesi più indigenti del mondo ha potuto votare per l’elezione del nuovo presidente. Questo è stato possibile grazie alla decisione democratica presa da Ellen Johnson Sirleaf di non rinnovare il suo mandato: la Presidente che è a capo del paese dal 2005, nota come “La signora di ferro” vincitrice del Premio Nobel per la pace nel 2011 ha deciso di lasciare spazio alla voce del popolo. Niente scuse, finte trovate e scappatoie per restare in carica: la Johnson Sirleaf  ha voluto dare con la sua decisione un fortissimo segnale di cambiamento, allontanandosi così da una politica di favoritismi molto comune tra i governi africani.

La Liberia non è nuova nel suo contraddistinguersi dagli altri paesi del continente africano: l’elezione di Ellen Johnson Sirleaf ne è un chiaro esempio, in quanto prima donna a capo di una nazione africana, ma non solo. Il piccolo Paese è stato il primo tra gli Stati  ad ottenere l’indipendenza nel lontano 1847.

La Liberia nasce dalla volontà di un piccolo gruppo di afro-americani che, usciti dalla morsa della schiavitù ha voluto tornare nella sua Terra, creando così un piccolo grande Paese capace di accogliere tutti coloro che avessero deciso di ritornare alla terra d’origine dopo anni di schiavismo. Il nome scelto Liberia  “la terra degli uomini liberi non poteva essere più adeguato per uno Stato dall’impronta moderna che cercava di sorgere riprendendo i canoni governativi e di vita della Francia e dell’Inghilterra. Un omaggio al presidente James Monroe, artefice della liberazione di molti schiavi, è racchiuso nel nome della capitale Monrovia.

Purtroppo le cose negli anni non sono andate come i fondatori di questo piccolo Paese sognavano. Violenze, angherie e tirannia sono approdate selvaggiamente in Liberia. Ancora oggi è confinato in stato d’arresto presso l’unità di detenzione delle Nazioni Unite nei pressi dell’Aja in Olanda, l’ex presidente Charles Taylor colpevole di efferati crimini nei confronti della popolazione dello stesso Paese e di quelli limitrofi. Il processo a suo carico per tutte le efferatezze commesse è ad oggi ancora in atto. A tal proposito preoccupa alquanto la scelta di uno dei candidati George Weah che andrà al ballottaggio di nominare in caso di vittoria, la moglie di Taylor, Jewel in qualità di vice-presidente. È così ancora influente il malvagio e sanguinario Taylor? I pronostici fanno, però, pensare che lo “scettro” vada all’attuale vice-presidente Joseph Boaka che ha assicurato di continuare a governare sulla linea democratica tenuta da Johnson Sirleaf.